Croce n° 20. Cristo crocifisso trionfante con storie della Passione
Cristo, fissato alla croce con quattro chiodi, è rappresentato esanime, con la testa adagiata sulla spalla destra e gli occhi chiusi; il corpo è coperto dal solo perizoma e dal costato fuoriescono rivoli di sangue e acqua. I dolenti sono rappresentati a figura intera sui laterali: a sinistra la Vergine Maria e Giovanni Evangelista, a destra le pie donne in atteggiamento di dolore. Sulla cimasa è rappresentato Cristo Pantokrator in trono entro un clipeo, sovrastante una schiera di arcangeli. Sul tabellone e sul piedicroce sono illustrati, con un ordine di lettura dall'alto al basso, i momenti più importanti della storia della Passione (Tabellone: I scena sinistra: Deposizione; II scena sinistra: Compianto sul Cristo morto; III scena sinistra: Deposizione nel sepolcro; Iscena destra: Le pie donne al sepolcro; II scena destra: Cena in Emmaus; III scena destra: Incredulità di Tommaso; Piedicroce: Discesa agli Inferi)
- OGGETTO croce dipinta
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MATERIA E TECNICA
cuoio/ pittura a tempera/ doratura
tavola
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ATTRIBUZIONI
Maestro Della Croce N° 20 (notizie Fine Sec. Xii-inizio Sec. Xiii)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
- LOCALIZZAZIONE Convento di San Matteo in Soarta (ex)
- INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La Croce, proveniente da un dormitorio del convento di San Matteo, in seguito, tra il 1810 e il 1837, trasferita nella cappella maggiore del Camposanto e passata poi al Museo civico, è riferibile per caratteri stilistici e iconografici ad un pittore bizantino del tempo degli ultimi imperatori comneni (seconda metà del XII secolo). Questo pittore potrebbe essere giunto in Pisa dopo la IV crociata, quando si verificò una diaspora di artisti bizantini, alcuni dei quali giunsero in Pisa : non è un caso che siano artisti di cultura bizantina quelli che nel 1204 eseguono l'architrave di San Michele degli scalzi e nello stesso periodo gli architravi dei portali orientale e settentrionale del Battistero. All'anonimo maestro della croce è riferito anche una testa frammentaria del tipo triumphans da una croce ormai perduta e proveniente dalla chiesa pisana di Santa Cecilia, oggi al Museo di San Matteo (Caleca 1972; Caleca 1987; Burresi-Caleca 1993). Nella storia critica dell'opera spesso ricorre la notazione della presenza di caratteri schiettamente bizantini tanto che Rosini ?I, 123) attribuì la croce ad artista bizantino posteriore a Giunta, mentre Cavalcaselle (1886, I, 251) la datò tra il 1150 ed il 1200. In seguito gli studiosi hanno continuato a riconoscervi aspetti bizantini, datandola entro la metà del XIII secolo (Lazareff 1936, lo data intorno al 1230; Vigni 1950), ma ha oscillato nel riferirla ad un pisano (Supino 1894) di cultura bizantina (Bellini Pietri 1906; Sandberg Vavalà 1929; Carli 1974) o a un bizantino giunto in Pisa (Carli 1994). La Sandeberg Vavalà (1929) ipotizzava che l'autore fosse un miniatore sia per la tecnica della pergamena incollata su legno, sia per il fatto che l'artista sarebbe più padrone delle singole parti che dell'effetto d'insieme; inoltre notando l'isolamento di quest'opera rispetto al contesto pisano e allo stesso Giunta si chiedeva se non si trattasse di un maestro anteriore a Giunta, come di fatto oggi si tende a credere. Con quest'opera fa la sua prima comparsa l'iconografia del Cristo morto nelle croci dipinte italiane
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900528909
- NUMERO D'INVENTARIO 5724
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI cimasa - I(E)H(SU)S NAZAREN(US) REX IUDEORUM - lettere capitali - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0