corona da statua di Giannoni Ambrogio (attribuito), Carlo Carli (attribuito) (sec. XVII)
La corona, realizzata in parte a fusione, in parte a sbalzo e rinettata a cesello, è impostata su un orlo percorso da corolle floreali con incastonate pietre preziose Esso è sormontato da un cerchio definito da coppie di volute fitomorfe, speculari, divergenti, legate da pietre preziose, che si alternano a sette cherubini con aureola assimilabile alla conchiglia dalla cui base si dipartono piccoli gigli. Il fastigio è percorso da sette cartelle definite da una cornice a serto d'alloro, includenti broches con pietre preziose e sovrastate da una conchiglia con pinnacolo fitomorfo che si alternano a cherubini dalle lunghe ali. Al centro, entro una nicchia, è raffigurato Dio Padre sorreggente il globo sovrastato dalla colomba dello Spirito Santo, entro una valva di conchiglia e dalla croce raggiata tempestata di pietre preziose
- OGGETTO corona da statua
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MATERIA E TECNICA
gemma
oro/ fusione/ sbalzo/ cesellatura
smalto/ lavorazione en ronde bosse
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MISURE
Diametro: 36 cm
Altezza: 28.8 cm
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ATTRIBUZIONI
Giannoni Ambrogio (attribuito)
Carlo Carli (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Museo della Cattedrale
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 12 settembre del 1655, con il preciso intento di rinvigorirne il culto, il Volto Santo fu solennemente incoronato con una cerimonia descritta dalle fonti antiche come straordinariamente sfarzosa, seguita da tre giorni di festeggiamenti (Manfredi 1655). La nuova preziosa corona in oro e pietre preziose, che venne a sostituire quella antica, ampiamente attestata nella documentazione (ACL, Visita pastorale del 15 gennaio 1638), semplicemente dorata e decorata con “nonnulli lapilli, qui tamdum non videtur esse multi valoris”, fu realizzata da Ambrogio Giannoni nel 1655 grazie al sostegno economico del governo cittadino ed appare improntata sui caratteri del Manierismo internazionale che, del tutto inediti in area lucchese, denunciano la cultura romana dell'orafo. L’incarico fu inizialmente affidato a Arrigo Bruminivich di Firenze, il quale rifiuto l’incarico. Per la realizzazione del lavoro il Giannoni ricevette un compenso di duecento scudi, più "cinquanta di donativo", per l’eccellenza del lavoro svolto, mentre settantadue furono dati all'orafo Carlo Carli che aveva incastonato le pietre preziose. Il segno del successo riscosso dal nuovo stile del Giannoni fu la commissione del collare che gli venne affidata due anni dopo. Il progetto della corona è da identificarsi in un disegno attribuito a Girolamo Scaglia, il quale secondo le ipotesi più recenti era solito fornire modelli per orafi. Essa presenta broches e pietre incastonate, in buona parte opere di oreficeria precedenti, inglobate dal Giannoni e dal Carli nella corona; anche la croce sembrerebbe opera di restauro successiva secondo quanto riferiscono Baracchini e Caleca. La corona andò a sostituire un’altra precedente, rappresentate nelle monete di Lucca già dal XIII secolo. La corona fu restaurata dalla’argentiere Francesco Rispoli nel 1795, (AAL, Ricevute 1794 lug. – 1795 giu. n.63, 1795 magg. 2) e ancora nel 1849, come ci attesta l’iscrizione sulla calotta interna della corona, da Pietro Casali e Sebastiano del Bianco. La corona fu sottoposta a perizia nel 1723 da Michelangelo Vambrè. Riportiamo di seguito il testo: ““Nota degli Ornamenti che sono al Volto Santo” La Corona e Collare d’oro arrichhito di Pietre preziose, ond’è fregiato il Santissimo Simulacro del volto Santo, che si venera nella nostra Cattedrale di S.Martino di questa città , furono costruitte e fabbricate l’una il 1655 e l’altro il 1657 dall’argentiero Ambrogio Giannoni delle oblazioni ed elemosine di tutto il Popolo si Lucca, com’è registrato nell’interno della stessa corona con queste parole.Ex totius Populi Lucensis eleemosinis A.D.MDCLV. Ambrosius Giannoni de Massa Aurifex fecit. D’allora in poi ne l’una ne l’altro era mai stato ripulito ed essendosene da qualche tempo osservato il bisogno, l’anno 1723 piacque al Signor Operaro, lo spettabile Lelio Orsucci ordinare che ciò fosse eseguito; ed agli ultimi del mese di marzo ne dette l’incumbenza all’argentiero dell’Opera allora Michelangelo Vambrè; il quale per eseguire con tutta puntualità l’ordine avuto fu astretto a smontare tutti gli ornamenti tanto della Corona, quanto del Collare ed altro. Con tale occasione il Vambreè desideroso di rilevare, più da presso che si potesse, il valore di tutto , ne pesò tutti gli ornamenti anche più minuti; e da perito Gioielliero fece fare la stima di tutte le gioie: Come il tutto apparisce dalla nota che segue. Peso dell’oro della Corona Le 14 teste d’angeli pesano (Libre?) 8.9.18; La figura del padre eterno in facciata 1.9.13; La fascia della testa co’cordoni 3.0.19; Altri ornamenti fra gli Angeli e Crocetta 2. 8.13. Sono 16.4.15. Si defalia per alcune madrevite d’altro metallo 1.15 Il qual peso d’oro valutato a mezzo scudo Il denaro ascende il prezzo a Scudi 2340 (…) Nota delle Gioie che sono nella Corona e Collare e loro prezzo n. 3 Diamanti più grossi davanti, grani 18 a scudi 18 il grano, Stimati Scudi 324 n. 7 detti grossi attorno al cordone, grani 23 a scudi 10 (…) scudi 230 n. 38 detti di più quaità grani 50 a scudi 8 (…) 400 n. 8 detti accanto alli 3 grossi davanti , grani 3 a scudi 6 (…) 18 n. 24 detti nella Crocetta del Padre Eterno, grani 10 a scudi 6 60 n. 52 altri detti piccoli calcolati grani 28 a scudi 5 140 n. 10 detti ne’ due gioielli sopra i Cordoni, grani 8 a scudi 7 56 n. 142 diamanti nella Corona stimati scudi 1,228 Seguono i Diamanti nel collare n.20 diamanti nel contorno del Collare grani 10 a scudi 7 il grano scudi 70 Gioie d’altra qualità nella Corona e nel Collare n.10 Zaffiri orientali sopra li cordoni stimati scudi 500 n. 12 Smeraldi in ornamento della fascia fra li cordoni stimati 450 n. 8 Perle in due Gioielli 160 un’altra detta sulla Croce delal Corona 70 n.2 Rubini in un Gioiello 40 n.2 Topazi in altro Gioiello 20 n.2 Un’Amatista ed una Turchina 20 n.12 Granate legate in crocetta d’oro fermata al Collare 100 n.59, sono scudi 1360
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525520
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2012
- ISCRIZIONI nella calotta interna, in argento dorato - EX TOTIUS POPULI LUCENSIS ELEMOSINIS A.D. AMBROSIUS GIANNONI DE MASSA AURIFEX FECIT - lettere capitali - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0