GIUDIZIO DI SALOMONE

decorazione a intarsio, 1475 - 1477

E' qui rappresentato Salomone mentre dirime la contesa tra due donne che rivendicavano entrambe la maternità di un neonato. Come estrema soluzione il re decide di dividerlo in due, ma una delle due donne si oppone, preferendo cedere all'altra il bambino pur di salvargli la vita: con questo gesto rivela così di essere la vera madre. Una cornice con motivi a cilindretto racchiude la scena

  • OGGETTO decorazione a intarsio
  • ATTRIBUZIONI Civitali Matteo (e Aiuti): disegnatore
    Antonio Di Ghino Da Siena (e Aiuti): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Martino
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Durante i lavori dell'intera pavimentazione della Cattedrale (cfr. scheda 00525495), intorno agli '70-'80 del Quattrocento, la commissione che presiedeva alle operazioni di trasformazione dell'arredo interno dell'edificio, pensò di occupare lo spazio compreso tra la quarta e la quinta campata della navata centrale, con una grande tarsia figurata e la scelta del soggetto cadde sul Giudizio di Salomone, l'episodio biblico con chiari riferimenti all'equità con cui si governava nella Lucca repubblicana. Nell'archivio della Cattedrale è stato rinvenuto il contratto del 1475 con cui l'Operaio Jacopo da Ghivizzano ordinò l'opera ad Antonio di Ghino da Siena per il prezzo di 25 fiorini al braccio quadro. Due anni più tardi, a lavoro terminato, l'artista ebbe ancora 10 fiorini per essere riuscito a realizzare un'opera degna di lode. Malgrado i pesanti rifacimenti risalenti al XVIII secolo, il disegno raffinato ed elegante della composizione è stato più volte assegnato a Matteo Civitali: tuttavia è possibile ravvisarvi affinità con i rilievi che Antonio scolpì nel 1474 nell'altare della Madonna delle Grazie di Grosseto e analogie con la tarsia pavimentale con le Storie dell'Assedio di Betulia che Francesco di Giorgio Martini eseguì nel 1473 per il Duomo di Siena, con la collaborazione anche di Francesco di Ghino, figlio del fratello di Antonio. Più recenti studi, pur confermando l'attribuzione al Civitali sulla base del confronto con le soluzioni attuate dall'artista nella predella dell'altare di S. Regolo, ritengono che consistente sia stato l'intervento di Baldassarre di Biagio, data la coerenza con gli affreschi della chiesa di S. Francesco. Nel 1774 sono ricordati consistenti interventi di restauro da parte dei lapicidi locali Cecchi, che Ridolfi ritiene largamente fedeli all'originale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525496
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2011
  • ISCRIZIONI sul cartiglio retto da due personaggi in alto - MAGNIFICAVI OPERA MEA / POSSEDI SERVOS ET ANCILLAS ET OMNIA QUAE DESIDERAVERUNT OCULI MEI NON NEGAVI EIS - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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