Madonna con Bambino tra santi

dipinto,

Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; S. Giovanni Battista; S. Giovanni Evangelista; S. Rocco

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Frediani Vincenzo Di Antonio (cerchia)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Amico Di Sandro
    Scuola Di Filippino Lippi
    Scuola Fiorentina Del Sec. Xv
    Pittore Lucchese Del Xv Secolo
    Maestro Dell'immacolata Concezione
    Pittore Di Paolo Buonvisi
    Raffaellino del Garbo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il falso trittico proviene dai Reali Ospedali. Non conosciamo per via documentaria la sua provenienza e nemmeno la committenza. Plausibilmente possiamo supporre che ad allogare l'opera fosse lo stesso Paolo Buonvisi nominato nell'iscrizione per quanto la formula, indicante il periodo d'esecuzione, non confermi con certezza assoluta questa tesi. Verosimilmente Massimo Ferretti (1975) ha ipotizzato che la tavola potesse provenire dall'Ospedale dei Santi Giovanni e Rocco( entrambi raffigurati nel dipinto), presso Lunata, che proprio nel 1487 era retto da Paolo Buonvisi. L'opera si presenta come un dipinto di buona qualità, peculiare dello stile lucchese intorno al IX decennio quando alle locali e preponderanti suggestioni provenienti dall'arte del Civitali (i candelabri e la terminazione centinata del trono) si uniscono riflessioni sulla pittura di Filippino Lippi (attivo a Lucca fra 1482 e 1483), di Ghirlandaio (di cui si osserva nella sagrestia del Duomo una bella tavola) e dei fiamminghi, molte opere dei quali si trovavano nelle case lucchesi del tempo. Dopo le antiche attribuzioni all'ambito del Lippi (cfr. Venturi 1911, Van Marle 1931) e a Raffaellino del Garbo (ibidem), senza contare quelle più generiche a scuola toscana, fiorentina o lucchese (cfr. Campetti 1909, Bertolini Campetti/ Monaco/ Meloni Trkulja 1968) la critica più recente si è in parte divisa su quest'opera. Taluni vi hanno identificato la fase più antica e qualitativamente migliore del Maestro dell'Immacolata Concezione, oggi identificato con certezza in Vincenzo di Antonio Frediani (cfr. Fahy 1976, Baracchini/ Filieri 1986,Concioni/ Ferri/ Ghilarducci 1988) Altri invece hanno distinto una personalità, che sarebbe tutt'oggi anonima, detta appunto Pittore di Paolo Buonvisi (cfr. Natale 1971, Ferretti 1975, Ferretti 1978, Natale 1980, Tazartes 1987, Ferretti 1988) cui spetterebbero appunto le opere riferite alla prima fase del Frediani, quali i disegni per le stupende vetrate di San Martino, l'affresco della controfacciata del Duomo ed altre opere in parte ancora sul territorio (trittico di Montefegatesi, affresco con la Trinità oggi nel Museo dell'Opera del Duomo) e in parte sparse per il mondo (Musico della Galleria di Dublino ecc., cfr. Natale 1980). Non è facile poter valutare questa personalità artistica. Effettivamente la sua cultura risulta affine al Frediani ma indubbiamente più sostenuta e maggiormente capace di meditazioni e rielaborazioni soprattutto su Filippino Lippi. Se confrontiamo la tavola con opere sicuramente riferibili al Frediani quali L'Incoronazione della Vergine o l'Immacolata Concezione conservate per altro nella stessa sala del Museo, oppure con la tavola di Tempagnano di Lunata, datate a cavaliere fra '400 e '500, osserveremo come certi tratti fisionomici (le mani nodose e allungate, l'impostazione nervosa delle anatomie, le tipologie dei volti) siano comuni: la matrice è sempre la medesima, quella filippinesca. Eppure sembrerebbe difficile cogliere nelle opere certe del Frediani uno scadimento di questo pittore. Va infatti osservato come la matrice ghirlandaiesca sia sempre sottesa alla pittura del Frediani. Tanto nella tavola di Tempagnano come nelle molte altre da lui eseguite (per esempio quella visibile nel Museo dell'Opera del Duomo o quelle di Camaiore e di Montignoso) il modello Ghirlandaiesco della tavola oggi nella sagrestia del Duomo risulta quasi vincolante. Il pittore vi fa riferimento ripetendosi in formule ripetitive, con uno stile eclettico in cui si avvertono riflessioni su Filippino meno incisive che nella nostra tavola. Ovviamente il Frediani fu capace di opere di maggior livello (si vedano ad esempio la tavola di Dublino o di Berlino, purtroppo distrutta e da alcuni riferita a Pittore di paolo Buonvisi (cfr. Concioni/ Ferri / Ghilarducci)). Anche in questi casi sembra di poter osservare sfumature culturali diverse dal Pittore di Paolo Buonvisi. Credo sia da ritenere che nella cerchia del Frediani, che ricordo essere molto attivo come testimoniano i documenti, vi fosse un pittore a lui particolarmente vicino e permeato della sua cultura ma con una minore attenzione al Ghirlandaio in favore del Lippi. E' infatti inevitabile riconoscere nei Santi laterali del falso trittico i tratti peculiari di Filippino: la linea nervosa e la composizione intellettualistica, il panneggio frastagliato e irrazionale, la lumeggiatura smaltata delle vesti. Del resto lo stesso Meiss (1973) osservava come il Santo Vescovo fosse una ripresa di quello raffigurato da Filippino sul comparto oggi a Pasadena e proveniente proprio da Lucca, dalla chiesa di San Ponziano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523904
  • NUMERO D'INVENTARIO 167
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ISCRIZIONI sul cartiglio del Battista - ECCE AGNU(s dei) -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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