SAN ROCCO

dipinto post 1480 - ante 1489

Il Santo veste il tipico abito scuro dei pellegrini, con mantellina decorata con simboli: la Veronica e due spade incrociate. La gamba destra, poggiata su un sasso, è scoperta dalla calza rossa, all'altezza della coscia, per mostrare il bubbone della peste. Il piano di posa è roccioso con radi ciuffi erbosi e fiori gialli. Sullo sfondo si vede una distesa di acque e colline degradanti con castelli e ponti sparsi. Figurette in movimento si muovono entro il paesaggio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bernardino Da Parenzo (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Scuola Tedesca Sec. Xvi
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piccolo dipinto, assieme al suo pendant raffigurante S. Sebastiano, fu attribuito a Bernardino da Parenzo da Venturi (1914) mentre il Lazzarini (1937) lo riferiva inspiegabilmente alla scuola tedesca del XV secolo. I caratteri spiccatamente mantegneschi della cultura del Parenzano si palesano in questi due dipinti, probabili laterali di un trittico dalla carpenteria rinascimentale e non tardogotica. Le due tavole hanno terminazione quadrata e non cuspidata il che lascia supporre che venissero raccordate al pannello centrale da una cornice classicheggiante, sul modello della pala di S. Zeno di Andrea Mantegna o della pala di Giovanni Bellini nella cappella Pesaro in S. Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. Non è da escludere l'ipotesi, viste le dimensioni ridotte delle tavole, che il S. Sebastiano e il S. Rocco potessero essere le ante di un organo portatile. Le marcate caratterizzazioni fisionomiche dei due Santi ed il richiamo al classicismo nelle rovine poste sul retro di S. Sebastiano, se non denunciano una frequentazione con gli ambienti padovani prossimi allo Squarcione, quantomeno palesano l'adesione al lessico figurativo del Mantegna, nella sua fase matura mantovana, dato che però che non aiuta a datare le due tavole Guinigi. Si suppone infatti che Bernardino abbia iniziato a lavorare intorno alla metà dell'VIII decennio, quando dunque l'attività mantovana del Mantegna era già iniziata da più di 10 anni. I referenti mantegneschi prossimi alle due tavole possono essere il S. Sebastiano (1459 ca.) del Kunsthistorisches Museum di Vienna, o il S. Giorgio (1467) delle Gallerie dell'Accademia di Venezia come pure il S. Sebastiano (1480) del Louvre. Il paesaggio dei due dipinti lucchesi lascerebbe supporre un ulteriore aggiornamento sul Mantegna dell'ultimo decennio del '400: nel piano di posa roccioso e sullo sfondo di distese acquose e colli cosparsi di castelli e rovine, popolato di figurette in movimento, pare di cogliere riverberi di opere quali la Madonna delle Cave o il Cristo sul Sarcofago con due Angeli di Copenaghen
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523888
  • NUMERO D'INVENTARIO 228
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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