LOTTA TRA UOMO, ANIMALI, MOSTRI ED ESSERI FANTASTICI
Reimpiegata come parte superiore della attuale colonna, che ha base e supporto come le altre del chiostro. Il capitello ha proporzioni schiacciate, forma trapezoidale, ed è decorato con foglie d'acqua ricadenti. La colonna è composta di due sezionie base circolare modanata, impostata su supporto quadrangolare decorato con foglie agli angoli. La figurazione della colonna si svolge su due bande tortili, intersecantisi, definite da bordi a listello piatto. Le decorazioni si svolgono in sequenze, secondo una disposizione concatenata delle singole figure, quasi sempre unite in una lotta. La prima banda prevede nell'ordine (dal basso): un mascherone di profilo da cui si origina un tralcio di foglie e corolle, un leone che azzanna un animale (orso o cinghiale). A questo si afferra un essere ibrido, probabilmente un satiro, che con uno strumento si difende dall'assalto di unlungo serpente attorto in spire squamose. Segue un tralcio composto di quattro girali includenti corolle. La sequenza r
- OGGETTO colonna
-
MATERIA E TECNICA
marmo/ scultura/ incisione/ trapanatura
-
ATTRIBUZIONI
Guidetto (cerchia)
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE E' stata proposta un' interpretazione simbolica della lotta tra gli animali -connotati variamente- come richiamo alla vita spirituale dei monaci benedettini, in riferimento al testo delle Institutiones di Giovanni Cassiano, dedicato tra l'altro al "certamen" e al "conflictus" tra i religiosi ed i vari vizi. Al tempo stesso l'organizzazione della decorazione su due bande avvolgentisi in senso ascendente, richiamerebbe la distinzione di Isaia tra la via percorsa dal peccatore e quella del giusto (Dalli Regoli 1986). Nella colonnetta più che negli altri elementi del chiostro si evidenziano meglio i rapporti, morfologici e stilistici, con opere ascrivibili a Biduino (architravi laterali nella facciata di S.Cassiano a Settimo). Gli elementi di scultura architettonica, oggi presenti nel chiostro piccolo e nel cosiddetto chiostrino della Scuola Media Carducci, sono con ogni probabilità frammenti provenienti dal primitivo monastero benedettino di S. Ponziano, di origine altomedievale, demolito nella seconda metà del Quattrocento e quindi trasferito nell'attuale sede (già S. Bartolomeo in Silice; vedi scheda n. 0900424878). Nella chiesa di S. Ponziano si adunava la "Compagnia delle Sette Arti" (maestri di legname, di pietra, fabbri, carpentieri, ecc.) ed in particolare nel chiostro (dal 1237 chiamato "Portico del Paradiso") venivano discussi e rogati atti notarili. Nel 1203, infatti, in un atto di livello a S. Ponziano, sono citati come testimoni "Giannino e Bonagiunta maestri di pietre". L'identificazione di questi due personaggi non è agevole, ma non pare improbabile chesi tratti di due appartenenti alla famiglia dei lapicidi comaschi attivi a Lucca nella prima metà del Duecento: Bonagiunta è forse il padre del più noto Guido Bigarelli, Giannino un congiunto più anziano di Gianni (Giannibono), operaio maggiore in San Martino alla metà del secolo. L'associazione con la famiglia dei Guidi si basa anche sulla notizia di un documento conosciuto solo in copia (pergamena già della famiglia Bernardini), ove si ricorda che nel febbraio del 1203 l'abate di S. Ponziano, Giovanni, vende alcune proprietà per pagare a "Guido Maestro di pietre che fa l'opera del chiostro". L'analisi stilistica dei frammenti reimpiegati nell'attuale complesso conferma l'attribuzione alla taglia dei maestri identificati come "Guidi", anche se non è possibile al momento attribuire una personalità precisa ai nomi dei maestri citati nelle carte. La critica è portata ad escludere che si tratti del Bigarelli, anche perché il repertorio di immagini fantastiche e allegoriche, adottato nel complesso del "Portico del Paradiso", presenta soluzioni iconografiche proprie della prima generazione dei Guidi, e cioè riferibili all'ambito di Guidetto: S. Martino (vedi scheda n. 1500062) e S. Michele (vedi scheda n. 15000118) in Lucca, facciate, mensole e capitelli all'interno del Battistero pisano, arredo del S. Giorgio di Brancoli, capitelli del Duomo di Prato. Il repertorio decorativo si connette semmai alla tradizione figurativa instaurata dai maestri pisani e lucchesi dell'ultimo ventennio del XII secolo, in particolare proprio Biduino (come ben dimostra la scelta del tema della catena di animali in lotta nella colonnetta analizzata nella scheda n. 0900424863), forse già presente a Lucca a fianco di Roberto, nella fontana del S. Frediano. Il complesso di sculture architettoniche oggi nei due chiostri del S. Ponziano, rivela quindi una marca stilistica già precisa, che i documenti permettono di riferire alla taglia dei maestri Guidi, in particolare ai nomi di Guido, Bonagiunta e Giannino, esponenti della prima generazione. D'altro canto, la corrispondenza dei temi con la tradizione precedente, propria di cantieri distinti, getta luce sull'avvincendamento delle filiere artistiche a Lucca, facendo supporre che "qualche scultore della équipe dei Guidi partecipò ai suoi esordi alla esecuzione di opere condotte dai più anziani maestri" e che, più in generale, "lo stile diffuso dalla scuola dei Guidi nella prima metà del Duecento non nasce all'improvviso, bensì deriva da soluzioni realizzate negli ultimi decenni del secolo precedente, distinte rispetto ad altre linee contemporaneee parallele" (Dalli Regoli 1986)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900424863
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2000
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0