Sant'Anna in trono con la Madonna bambina

dipinto, ca 1250 - ca 1274

Tavola rettangolare con terminazione a forma di cuspide. La tavola, con terminazione a cuspide, rappresenta sant'Anna con Maria bambina in braccio. Seduta su un ricco trono, decorato con motivi vegetali delineati in oro, Anna ha il capo coperto da un velo bianco e da una cuffia rossa e indossa un manto arricchito da una decorazione a crisografia, ai cui lembi bordati in oro sono affissi numerosi pendenti; la sottostante tunica scura è impreziosita anch'essa dalla crisografia. Regge Maria sul braccio sinistro, mentre con la mano destra si rivolge a Lei col gesto dell'intercessione; la Vergine, rappresentata frontale, veste un manto scuro tramato d'oro su una tunica rossa e rivolge entrambe le mani verso l'alto, in atteggiamento orante. Ai lati di Anna, dietro lo schienale,sono rappresentati due angeli ad ali spiegate, entrambi con una mano posata su un pomello del trono

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura/ punzonatura
  • MISURE Altezza: 126
    Larghezza: 76.5
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di San Martino (notizie 1265-1290): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • LOCALIZZAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola è di provenienza ignota, anche se si può ipotizzare la collocazione originaria in una chiesa dedicata a Sant'Anna; nel secolo XIII esisteva nei pressi di Pisa un monastero dedicato a questa santa in una zona paludosa, a sud della città, nota come Renaio, ma non esistono documenti che permettano di ipotizzare un'originaria presenza della tavola in tale edificio. Plausibile è la provenienza dalla chiesa di San Martino, dove la commemorazione della Natività della Vergine sembra esser stata oggetto di un culto particolare. Dopo l'unità d'Italia, la tavola fu esposta nella seconda sala del Museo Nazionale, come si apprende dal catalogo di I. B. Supino (1894). Nel 1963 e, più recentementenel 1986 è stata sottoposta ad interventi di restauro (Crisanti), consistenti nel consolidamento della tavola e nella fermatura e pulitura del colore. L'opera, di notevoli dimensioni, presenta un soggetto di grande importanza perché attesta la precoce diffusione nella Toscana medievale del culto di sant'Anna. Sia nella posa che nella resa di alcuni dettagli (la foggia del trono, le figure degli angeli, le decorazioni delle vesti) la tavola mostra strettissimi punti di contatto con la "Madonna di San Martino", intorno alla quale è stata definita la personalità artistica del cosiddetto Maestro di San Martino. Le consonanze sono particolarmente evidenti anche nella caratterizzazione fisiognomica dei volti e persino nel richiamo di dettagli minuti, come il nodo del lembo inferiore del manto che ricorre, in analoga posizione, nella sant'Anna e nella Madonna di San Martino. Alcuni studiosi sottolineano come in quest'opera sia meno presente il ricorso a formule grafiche nella definizione di occhi e naso e come la composizione sia affidata prevalentemente alla combinazione cromatica e alla ricerca di effetti di luminosità diffusa. Riferita dapprima a scuola pisana del XIII secolo da Supino (1894) e Bellini Pietri (1906), poi ritenuta di Vigoroso da Siena (Khvoshinsky e Salmi 1912) o di un seguacedi Giunta (Sirèn, 1914 e 1922), di scuola pisana della fine del XIII secolo (Van Marle 1923) o di Ranieri di Ugolino (Garrison 1949), l'opera è stata poi unanimamente attribuita (Vigni 1950; Carli 1958, 1974 etc.) al Maestro di San Martino. Riguardo alla datazione, se Longhi (1948) e Bologna (1960), la considerano opera tarda, successiva all'altra tavola proveniente da San Martino (Inv. n.1584), Vigni (1950) la reputa precedente a quest'ultima e così pure, in un primo tempo Carli (1958, 1974), che oltre a sottolinearne l'altissima qualità, ne ha rilevatola rarità del soggetto raffigurato che testimonia il culto a Pisa per sant'Anna.In seguito Carli (1994) è convenuto sulla datazione tarda. Bologna (1962) ha messo in rilievo come tutti i dati culturali presenti in quest'opera (cimabueschi, carolingi, mosani, provenzali) si fondono dando vita ad una poesia che rappresenta un passo in avanti "nel processo dell'umanizzazione medievale". Caleca (1987) ha sottolineato il rapporto di questa tavola e dell'altra proveniente sempreda San Martino, con il Cimabue della Maestà del Louvre e forse degli affreschi assisiati, propendendo per una datazione tarda
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900405630
  • NUMERO D'INVENTARIO 1585
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2001
    2002
    2007
  • ISCRIZIONI a sinistra del volto della santa - S[ANCT]A/ ANNA// - caratteri gotici - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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