mitria,
post 1525 - ante 1549
La superficie della mitria è divisa in due campi da un motivo a fascia verticale che si congiunge, in basso, ad un analogo motivo orizzontale. Questo fregio, evocante gli ormai desueti galloni, è profilato da un cordino in oro filato ed è decorato come tutta la superficie della mitria e delle infule da un ricamo a caulicoli arricchito da perle minute e da gemme di vario colore, forma (quadrata, ottagonale, ovale) e taglio (a tavola o cabochon), racchiuse entro castoni di lamina in rame dorato. Le infule in basso sono ornate da frangia in filo dorato
- OGGETTO mitria
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MATERIA E TECNICA
gemma
ARGENTO
PERLA
- AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La mitria attualmente conservata in una custodia di taffetas rosso trapuntata, è stata confusa, nella descrizione del Cocchi, con quella ugualmente preziosa - appartenuta al vescovo di Firenze Pietro Corsini (1361-1405) e lasciata per testamento alla Cattedrale di S. Maria del Fiore. Nella custodia originale in pelle rossa - ora scomparsa - della mitria Corsini (quest'ultima descritta in un inventario seicentesco dell'Opera come "di velluto rosso guarnita attorno d'argento ricamata rabescata di perle piccole, anche nei pendagli, con molti santi d'argento smaltati e varie pietre false legate in argento, con fascia d'oro attorno e nel mezzo con armi Corsini scritovi Domini Petri de Corsini episcopi Cardinalis 1404. Bartolomeus Corsinius Senator Florentinus Restauravit anno Domini MDCIII" il Cocchi vide invece la mitria in esame "di teletta d'argento ricamata in oro e perle false con infule simili decorate di frange d'oro e gemme legate in rame dorato". L'equivoco nacque, probabilmente, perchè la mitria in teletta d'argento venne a sostituire - fra il 1697 e il 1814 - quella Corsini nella funzione di coronare - in talune ricorrenze - il busto reliquiario di San Zanobi, proprio per questa ragione veniva conservata in Duomo nella custodia della prima. Il copricapo - che ha le proporzioni equilibrate tipiche del Cinquecento - è databile entro la prima metà del secolo XVI per confronto con la mitria preziosa donata da Leone X nel 1520 alla basilica di San Lorenzo. L'oggetto è giunto in cattedrale in epoca imprecisata, probabilmente in seguito alle Soppressioni del Governo francese, in quanto gli inventari dell'Opera antecedenti al 1814 ignorano totalmente questo oggetto. Un'altra possibilità è che si tratti del dono di un presule fiorentino cinquecentesco come Antonio Altoviti, non rivolto alla cattedrale ma al Capitolo dei Canonici, quindi non ricordato nei documenti dell'Opera. Un'altra suggestiva ipotesi, è che si tratti di ciò che resta della "sfortunata mitria donata sempre da Leone X al Capitolo fiorentino durante la visita del 1520 a Firenze e spogliata all'epoca dell'Assedio di tutte le gemme e le perle. Secondo questa ipotesi, lo storico copricapo sarebbe poi stato - nel Sette-Ottocento - portato in cattedrale dopo esser stato nuovamente arricchito di perle (false?) e i castoni cinquecenteschi originali riempiti con pietre colorate di scarso valore. Il disegno raffinatissimo delle moresche in filo d'oro e quello dei caulicoli che circondano le gemme anche nelle infule, appare però così ben equilibrato sulla superficie dell'oggetto che sembra difficile immaginarvi all'interno la presenza di un motivo certamente ingombrante come quello dello stemma papale (ricordato dalle fonti sulla mitria donata a Santa Maria del Fiore dal pontefice mediceo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900348349
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0