San Sebastiano

dipinto,

Personaggi: san Sebastiano. Figure: angelo. Attributi: (sebastiano) frecce; palma del martirio. Oggetti: corda. Elementi architettonici: nicchia

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ezechia Da Vezzano Detto Zacchia Il Vecchio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Fiesole (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu donato al padre Fiorenzo Falcini nel 1955, per volontà testamentaria di Alice Rosenberg, benefattrice del convento. Prima di essere portato a Fiesole, si trovava in deposito a Parigi presso Albertine Denille, e fu lo stesso marito della Rosenberg, Ogden Steinhad a far pervenire il quadro al convento. Tutto questo sappiamo dalle cronache del 1955, dove il dipinto è detto opera di Perin del Vaga, attribuzione tradizionale mantenuta dalla guida del Pontani. Il San Sebastiano di Fiesole è copia di un dipinto che fra Bartolomeo eseguì per la chiesa di San Marco, a pendant con il san Marco Evangelista. A differenza di quest'ultimo, rimasto nella chiesa e con le soppressioni portato alla Galleria Palatina, il san Sebastiano, considerato, a detta del Vasari, scandaloso per la sua nudità, fu ben presto tolto dalla sua collocazione, e nel 1529 venduto. Prima del 1532 entrò nella collezione di Francesco I di Francia. La Cox Rearick, che ha tentato di ricostruire la vicenda dell'originale, ne perde le tracce alla metà del Cinquecento; nell'Ottocento si sospettava che l'originale si trovasse a Tolosa, presso la collezione Alaffre (Marchese). La Cox Rearick sospetta invece che il dipinto Alaffre fosse in realtà una copia, e che possa identificarsi con quello oggi conservato a Fiesole: la provenienza francese della tavola fiesolana potrebbe effettivamente confermare questa ipotesi. Il dipinto di Fiesole ha dimensioni minori rispetto all'originale, che era circa il doppio. Le proporzioni allungate della figura, che danno un aspetto manierista al dipinto, forse non presente nell'originale, convincono la Cox R. che potrebbe trattarsi di una copia eseguita a Firenze nei primi anni Venti del Cinquecento, e senza dubbio prima del 1529, anno della vendita: pur escludendo l'attribuzione a Perin del Vaga, si astiene dall'avanzare un nome. L'attribuzione a Perin del Vaga è invece accolta da Licia Bertani (Primato 1980). La Tazartes (Officina della maniera, 1996) ribadisce l'affinità del San Sebastiano con quello della pala Carondelet e con il movimento e la torsione del Bacco di Sansovino. La studiosa,non considerando giustificata l'attribuzione a Perino, accoglie invece quella avanzata oralmente da Antonio Natali, che propone il nome del lucchese Ezechia da Vezzano detto Zacchia il vecchio; questi negli anni venti accoglie le formule dei dipinti di fra Bartolomeo. Cronologicamente il nostro san Sebastiano si collocherebbe intorno al 1527
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900341109
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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