Madonna della Rosa. Madonna con Bambino
scultura
ca 1399 - ca 1400
Piero Di Giovanni Tedesco (attribuito)
notizie 1386-1402
Gruppo marmoreo raffigurante la Madonna seduta in trono con il Bambino in braccio, che gioca con il mazzolino di rose canine che la Vergine stringe nella mano destra. L'Infante tiene delicatamente per un'ala un uccellino che poggia sulla sua gamba
- OGGETTO scultura
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MATERIA E TECNICA
marmo bianco di Carrara/ scultura/ doratura
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MISURE
Altezza: 223 cm
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ATTRIBUZIONI
Piero Di Giovanni Tedesco (attribuito): scultore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Simone Da Firenze
Simone Di Nanni Da Fiesole
Talenti, Simone Di Francesco
Lamberti, Niccolò Di Pietro
Giovanni d'Ambrogio
Lorenzo Di Giovanni D'ambrogio
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Chiesa e Museo di Orsanmichele
- LOCALIZZAZIONE Chiesa e Museo di Orsanmichele
- INDIRIZZO Via dell'Arte della Lana, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La Brunetti ha attribuito l'opera a Piero di Giovanni Tedesco ed ha individuato, in alcuni documenti pubblicati dal Poggi (1909) sull'allogagione a Piero di una statua della Madonna con Bambino per l'Opera del Duomo, la presente scultura. Il Marchini approva l'ipotesi della Brunetti, individuando nella statua l'influenza della plastica borgognona e medio-renana, anche se il trattamento della figura è poco naturalistico. Recentemente Zaccariotto (in Dal Giglio al David 2013, pp. 186-187) nel ripercorrere la storia critica del gruppo ha dato spazio anche all'aspetto fortemente devozionale che riveste la statua. L'opera, che proviene dal Tabernacolo dell'Arte dei Medici e Speziali posto nella facciata sud di Orsanmichele e terminato nel 1399, come ricorda l'iscrizione alla base, è detta "della Rosa" per il mazzo di rose canine che la Madonna tiene nella mano destra. L'attribuzione a Piero di Giovanni Tedesco proposta dalla Brunetti (1957) risulta generalmente accolta. La Madonna della Rosa è stata oggetto di particolare devozione nel corso del tempo, come ricorda un'iscrizione posta sul piedistallo marmoreo che evoca un avvenimento dell'agosto del 1493 tramandato anche da vari cronisti dell'epoca. La statua, insieme ad altri simulacri della Vergine, fu gravemente oltraggiata da un giovane ebreo, il quale subì una terribile pena per il reato commesso, seguita poi dal linciaggio da parte della folla inferocita. Dopo questo episodio la devozione nei confronti della Madonna della Rosa accrebbe enormemente raggiungendo l'apice intorno al 1628, quando fu vista aprire e chiudere gli occhi; tale evento miracoloso fu interpretato come la premonizione della peste che, in effetti, due anni dopo colpì Firenze. La grande devozione tributata alla Vergine suggerì il trasferimento della scultura all'interno dell'oratorio di Orsanmichele, dove rimase, su un altare appositamente allestito, fino al 1925 quando venne riposizionata all'interno del tabernacolo di origine. Nel 1996, nell'ambito dei lavori di restauro e musealizzazione di Orsanmichele, la statua fu trasferita al primo piano dell'edificio e sostituita all'esterno da una copia fedele
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900291905
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Chiesa e Museo di Orsanmichele
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Chiesa e Museo di Orsanmichele
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2022
- ISCRIZIONI sulla base - HANC FERRO EFFIGIEM PETIT IUDAEUS ET INDEX IPSE SUI VULGO DILIANATUS OBIIT - MCCCCLXXXXIII - lettere capitali/ numeri romani - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0