ritratto d'uomo
dipinto
ca 1540 - 1545
Ritratti: uomo. Abbigliamento: giubbone; veste; polsini; colletto floscio;copricapo; anelli. Interno. Oggetti: ovale con bassorilievo
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Mazzola Francesco Detto Parmigianino (1503/ 1540)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
- INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La provenienza del dipinto è sconosciuta: compare tra gli autoritratti di proprietà del Granduca Cosimo III e di qui passò alla Galleria degli Uffizi il 27-10-1682. Fino a tutto l'Ottocento fu ritenuto l'autoritratto del pittore. Questa tradizionale identificazione del soggetto viene messa in dubbio da Ghidiglia Quintavalle e da Fagiolo dell'Arco. Il primo dei due studiosi ritiene addirittura (1948) che il dipinto stesso sia "una copia di scuola parmense di un originale perduto". In generale la critica fa riferimento ad un semplice ritratto di ignoto e, basandoci sul Vasari, possiamo dire che il dipinto appartiene al momento in cui il Parmigianino "Fece a Bonifacio Gozzolino il suo ritratto di naturale e quello della moglie che rimase imperfetto" o anche "ritrasse per aver denari non so che conte bolognese". Un altro studioso, il Freedberg (1950), ripreso recentemente da P. Rossi (1980) si schiera per l'autografia al Parmigianino e per la tesi dell'autoritratto, basandosi nel confrono con alcuni disegni che con un certo margine di successo possono ritenersi autoritratti dell'artista, quali il n. 790A della Devonshire Collection di Chatsworth (Autoritratto e studio per gli affreschi della Steccata), il n. 2623 dell'Albertina di Vienna, che probabilmente servì per l'incisione del frontespizio della prima edizione delle vite del Vasari, il n. 1858-7-24-6 del British Museum, dove l'artista appare nell'atto di tenere sollevata la sua cagna ritta sulle zampe posteriori e che, secondo il Popham contiene una iscrizione che dice trattarsi di un autoritratto. A questi disegni si può unire un ritratto, recante il nome, visibile su una iscrizione anonima tardo cinquecentesca di collezione privata parmense. Per quanto riguarda la datazione, fissata da Freedberg e Berenson al 1527-1528, attualmente si tende a posticiparla all'inizio del secondo periodo parmense, in base ad osservazioni stilistiche, alla presenza del rilievo con misteriosa scena allegorica non decifrata, ed anche per l'originale taglio compositivo che lo raffigura solo parzialmente, che presenta affinità con disegni riferibili a questo periodo: inoltre la pennellata rapida, costruita con tocchi sommari, è molto vicina all'ancona del presbiterio della Steccata, 1535-1539. Copie parziali presso le Gallerie Nazionali di Capodimonte (201) e Galleria Nazionale di Parma (313). Su questa ultima tela uno scritto molto indebolito che C. Ricci (La R. Galleria di Parma" 1896) considerava antica: "Franciscus Mazzola Pinxit seipsum anno mdxxx". Il Freedberg, oltre a considerarlo un autoritratto, lo ritiene uno dei più alti esempi stilistici dell'artista che anche qui dimostra l'alta componente psicologica degli ideali di grazia ed eleganza
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900287709
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario 1890, n. 1623
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2024
2006
- ISCRIZIONI sul retro della tavola, su cartellino - PITTI 20 MAGGIO 1796 - numeri arabi - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0