angelo reggistemma
disegno
ca 1540 - 1545
Ferrari Gaudenzio (1475 Ca./ 1546)
1475 ca./ 1546
Il disegno è a matita nera, ombreggiato a carboncino, con qualche limitato rialzo a gessetto. Il cartone è composto da tre fogli di misure diverse, sovrapposti ai bordi in modo ineguale e incollati su una carta più grande che deborda ai lati e fa da supporto. Non compaiono tracce di ripassatura meccanica e di traforatura per lo spolvero. Vi è raffigurato un angelo con il piede destro poggiato su uno scalino su cui è visibile una scritta di cui si decifra solo la prima parola ANGE(LUS); con entrambe le mani regge due scudi, in quello di destra si vede un leone rampante la cui lingua è resa a matita rossa
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ matita/ carboncino/ gessetto
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ATTRIBUZIONI
Ferrari Gaudenzio (1475 Ca./ 1546): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Ferrari Gaudenzio/ Della Cerva Giovanni Battista
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti
- LOCALIZZAZIONE Accademia Albertina di Belle Arti
- INDIRIZZO Via Accademia Albertina, 8, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende dei cartoni dell'Accademia Albertina sono state ricostruite da Pierluigi Gaglia (in Romano G., 1982, pp. 26-33). Non si conosce la data di ingresso del cartone nelle collezioni sabaude; si può solo provare una sua presenza nella Regia Galleria anteriore al periodo napoleonico. Non si hanno notizie circa il prelevamento di cartoni da parte della commisione francese incaricata di esportare le opere d'arte. Trasferito nei Regi Archivi di Corte verosimilmente dopo il 1814 (anno del ritorno dei Savoia), il cartone fu donato da re Carlo Alberto all'Accademia Albertina il 13 aprile 1832, insieme ad altri 53 cartoni. Collocato provvisoriamente in Palazzo Madama, raggiunse l'attuale edificio dell'Accademia nel 1837. Nell'elenco steso dal Gran Ciambellano Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno al momento della donazione, il cartone compariva col numero d'inventario 37, ma senza attribuzione (Bollea L. C., 1932, p.492). Riferito a Gaudenzio Ferrari negli inventari del 1832, del 1856 e del 1933 (Gabrielli N., 1933, pp. 155, 197), il cartone è stato ancora dubitativamente assegnato a Gaudenzio da L. C. Bollea (1932, p. 452) e da A. Bertini (1956, pp. 86-88), che lo riteneva però quasi interamente rifatto. Sia V. Viale (1969, p. 186), che C. Debiaggi (1977, p. 91) ipotizzavano che risalisse al momento vercellese dell'attività di Gaudenzio, tra il 1530 e il 1535; il Debiaggi lo metteva in relazione col contratto, stipulato dal pittore con Troilo Avogadro di Collobiano il 2 dicembre 1530, per la decorazione ad affresco, completata da stemmi gentilizi, della cappella di sant'Antonio nella chiesa di San Marco a Vercelli. L'analisi stilistica condotta da Pierluigi Gaglia (in Romano G., 1982, pp. 86-88) ha evidenziato come la monumentalità e la solennità della figura siano riconducibili ad analoghe soluzioni adottate da Gaudenzio Ferrari nelle prime opere del periodo milanese, proponendo una datazione successiva al 1540. Lo studioso rilevava come nel cartone la definizione del disegno fosse più debole e rigida rispetto agli standards gaudenziani, proponendo un intervento di collaborazione di Giovan Battista della Cerva, attivo negli stessi anni al fianco di Gaudenzio nella chiesa di Sant'Ambrogio a Milano, dove eseguì figure di angeli assai simili a quello raffigurato nel nostro cartone. Recentemente Giovanni Romano (in Dalmasso F./ Galante Garrone G./ Romano G., 1993, pp. 44-45), restituendo il cartone al solo Gaudenzio, ha suggerito di metterlo in relazione con un contratto del 12 marzo 1540 con cui Gaudenzio si impegnava a decorare la cappella dei fratelli Gallarati in Sant'Angelo a Milano (chiesa distrutta già nel Cinquecento) e in particolare ad ornarne la volta "cum figuris octo angellorum". Per quel che riguarda lo stemma visibile sullo scudo di destra, va detto come verosimilmente non si riferisca ad una specifica famiglia, ma rappresenti un generico motivo simbolico (Debiaggi C., 1977, p. 94, n. 22)
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209679
- NUMERO D'INVENTARIO 337
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI in basso al centro - ANGE - lettere capitali - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0