Venere e Cupido

dipinto, 1550 - 1560

Personaggi: Venere; Cupido. Attributi: (Venere) rose. Interno. Architetture: balaustra. Paesaggi: pianura; colline; rocce; nuvole. Oggetti: faretra; frecce; letto; drappo; bracccialetti; collina; orecchino; vaso; tavolino; tendaggio; staccionata. Animali: cane; pianura. Vegetali: rose; albero; cespugli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 139.2 cm
    Larghezza: 195.5 cm
  • ATTRIBUZIONI Vecellio Tiziano (1490 Ca./ 1576)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
  • INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, 6, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il diarista di corte Cesare Tinghi in data 25 gennaio 1618/19 ricorda la venuta a Roma di Paolo Giordano Orsini e qualche giorno dopo annota che, in quella occasione, aveva donato a Cosimo II "un quadro di pittura di mano di Tiziano di una femmina nuda con un Cupido". Il Panofsky invece riteneva il quadro dipinto per Carlo V, basandosi su una lettera di Tiziano dell'8 dicembre 1545, ma il passaggio della Venere dalla raccolta di Carlo V a quella degli Orsini non è spiegabile. Wethey, ricordando che il Sansovino nel 1568 cita un ritratto di Paolo Giordano Orsini eseguito dal Tiziano, ritiene che il pittore fosse in relazione con la famiglia Orsini e che questa fosse la prima propietaria della Venere. Tradizinalmente la "Venere con Amorino" è sempre stata attribuita a Tiziano ma la critica più recente tende a metterne in evidenza l'intervento della bottega, mantenendo al maestro l'ideazione e qualche felice particolare, quale il volto dell'amorino. Questa Venere contrariamente al resoconto del Tinghi che parla delle entusiastiche accoglienze fiorentine, è sempre stato relegato dalla critica in secondo piano rispetto alla più celebre "Venere di Urbino". Nel gruppo delle 'Veneri' il dipinto assumerebbe il ruolo di una replica di bottega, con qualche variante rispetto alla "Venere con amorino ed organista" del Prado, che costituirebbe il prototipo. Per quanto riguarda i significati iconografici la collana e i pendenti di perle stanno ad indicare che la figura, nonostante la sua nudità, non allude all'amore carnale, poichè portare perle era vietato oltre che alle donne del popolo, alle cortigiane e riservato alle donne aristocratiche e sposate. Il Reff ha poi collegato l'atteggiamento dell'amorino che abbraccia la spalla di Venere al motivo classico di Eros con il Leone, simbolo dell'amore che vince sulle forze della natura, leone che nella composizione si vede intagliato nel tavolinetto a destra. Il cagnolino pezzato, che compare spesso nei dipinti tizianeschi, è il simbolo dell'amore fedele; abbaia ad una pernice, che indica fecondità ma anche lussuria. Il tema generale sotteso alla composizione potrebbe essere il monito della fedeltà contro le tentazioni della lussuria. Nel Settecento molti scultori accettano la tendenza a personalizzare il soggetto così per Charles de Brosses la Venere diventa la "moglie di Tiziano come Venere", il Pelli, accettando l'opinione del Ridolfi secondo cui questa Venere sarebbe stata ordinata per Francesco Maria della Rovere, definisce il dipinto come il ritratto di un'amante del duca di Urbino. Una copia del diipinto è conservata al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, vol. 106728
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900287381
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 1431
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2024
    2006
    2015
  • ISCRIZIONI sul retro, sul telaio - 1431 Tiziano-Venere - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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