altare di Vasari Giorgio, Francesco da Sangallo detto Margotta - bottega fiorentina (sec. XVI)

altare, 1571 - 1581

Pedana a due gradini; colonne: base, corpo liscio, capitelli corinzi; lesene: base, corpo liscio, capitelli corinzi; intradosso decorato, trabeazione,frontone centinato, mensa con colonnine a balaustrino, cornici

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA pietra serena/ scultura/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • ATTRIBUZIONI Vasari Giorgio (1511/ 1574): progettazione
    Francesco Da Sangallo Detto Margotta (1494/ 1576): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Croce
  • INDIRIZZO Piazza di Santa Croce, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In seguito alle disposizioni dettate dal Concilio di Trento, su commissione del duca Cosimo I de' Medici che ambiva al titolo granducale, il cui conferimento e' papale, fu elaborato da Giorgio Vasari un progetto di ristrutturazione delle due maggiori chiese conventuali fiorentine, S. Maria Novella e S. Croce. Quest'ultima si presentava allora, nel 1566, nella sua struttura originaria: a meta' chiesa sorgeva un tramezzo, costituito da muro e cancellate, che separava la parte accessibile ai laici da quella riservata ai frati. Il tramezzo, oltre a svolgere questa funzione, serviva da appoggio alle diverse cappelle che via via erano state costruite dalle maggiori famiglie del Quartiere, generalmente insieme alla sepoltura del committente capostipite e della sua famiglia. All'interno della zona riservata ai frati sorgeva il coro ligneo, rettangolare, nel quale trovavano posto i frati per assistere alle funzioni religiose. Alle pareti delle navate si appoggiavano altri altari privati, decorati con affreschi che seguivano, come tema di raffigurazione, i Misteri della Passione di Cristo. Vasari, per prima cosa, fece rimuovere tramezzo e coro, rendendo unitario lo spazio interno della chiesa, in seguito rimosse gli altari delle navate, ne coprì la decorazione ad affresco -nel caso di opere di alta qualità staccò la pittura e il muro di sostegno-infine riedificò una serie di altari, molto più esigua della precedente, secondo un progetto unitario che desse alla chiesa un aspetto ordinato. Quanto al progePOo per gli altari, che Vasari si sttribuisce nelle 'Vite', alcuni documenti recentemente pubbliocati dalla Hall, allargano a Francesco da San Gallo, direttore dei lavori in chiesa, la sua esecuzione e applicazione. La studiosa ha inoltre identificato, fra i disegni della collezione di Giorgio Vasari il Giovane, il progetto di mano del San Gallo per uno degli altari della basilica, quello della famiglia Biffoli, a conferma della attendibilità dei documenti trovati. Per le pale degli altari, Vasari seguì lo stesso programma iconografico del ciclo precedente, i Misteri della Passione di Cristo, destinando all'esecuzione dei dipinti i pittori dell'Accademia del Disegno, attivi con lui in molte altre opere di commissione medicea, quali la decorazione di Palazzo Vecchio e l'esecuzione dei pannelli dello Studiolo di Francesco I. Il patronato degli altari fu, nella maggior parte dei casi, assegnato alle famiglie che avevano già avuto un altare nelle navate o sul tramezzo, le quali davanti all'altare a loro allogato posero la sepoltura di famiglia. La famiglia Serristori non aveva mai avuto una cappella, ma solo un'altare in corrispondenza di una tomba di famiglia del Quattrocento. Per questo motivo Ristoro Serristori come volere testamentario lascio', nel 1559, 300 fiorini per l'edificazione della cappella. Con il progetto vasariano di rimodernare la chiesa, pero', la spesa preventiva ammontava a tre volte tanto la cifra lasciata da Ristoro e gli eredi non furono piu' d'accordo nel compiere l'opera. Pare che la responsabilita' dell'edificazione sia stata assunta da un altro ramo della famiglia, facente capo ad Averardo Serristori, amico del duca Cosimo I e suo ambasciatore a Roma. Infatti, nel 1568 Vasari scrive che sta per iniziare a dipingere la pala raffigurante l'Ultima Cena, per Averardo Serristori e, secondo il programma iconografico, all'altare di inizio del ciclo pittorico, proprio quello Serristori, doveva trovare posto un' Ultima Cena. Averardo mori' poco dopo e gli Operai dovettero rivolgersi ad un terzo ramo della famiglia. Ludovico di Francesco Serristori accetto' volentieri di provvedere alla costruzione della Cappella, ma richiese il permesso agli eredi diretti di Ristoro. Tale permesso ancora due anni dopo, nel 1570, non era stato concesso. Nel 1571, dopo numerose pressioni da parte degli Operai, la cappella fu iniziata col concorso di tutti i rami della famiglia, ma la costruzione fu interrotta per dei dissensi sulla ripartizione delle schede. Dopo altre minacce da parte degli Operai, nel 1581 la cappella risulta finita, ma priva della pala d'altare che manchera' ancora nel 1591. Per al costruzione di questa cappella fu necessario rimuovere l'altare di della Casa, che trovava posto accanto al monumento Bruni, e che fu collocato dove ora e' il sepolcro di Rossini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900283039
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • ISCRIZIONI sull'architrave - SUB QUO CURVAT Q(UI) PORTAT ORBEM - lettere capitali - a solchi - latino
  • STEMMI sul frontone - religioso - Emblema - San Bernardino - IHS entro sole raggiato e fiamme
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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