altare maggiore,
ca 1599 - ca 1613
Silvani Gherardo (1579/ 1675)
1579/ 1675
Bugiardini Agostino Detto Ubaldino (1590 Ca./ 1623 Ca)
1590 ca./ 1623 ca
Cennini Giovanni Battista (ante 1597/ 1630)
ante 1597/ 1630
Portigiani Domenico Fra (1536/ 1601)
1536/ 1601
Susini Francesco (/ 1646)
/ 1646
Caccini Giovan Battista (1559-1562/ 1613)
1559-1562/ 1613
Recinto, mensa d'altare, ciborio, baldacchino a tempietto con colonne sostenenti archi e coronamento a balaustra terminante con cupola e lanterna
- OGGETTO altare maggiore
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MATERIA E TECNICA
Bronzo
Marmo
PIETRA DURA
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ATTRIBUZIONI
Silvani Gherardo (1579/ 1675): esecutore
Bugiardini Agostino Detto Ubaldino (1590 Ca./ 1623 Ca)
Cennini Giovanni Battista (ante 1597/ 1630)
Portigiani Domenico Fra (1536/ 1601)
Susini Francesco (/ 1646)
Caccini Giovan Battista (1559-1562/ 1613)
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Spirito
- INDIRIZZO piazza S. Spirito, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In origine, al centro, sotto la cupola, si ergeva un altare molto più semplice, ornato solo di otto candelabri e del crocifisso ligneo adesso sulla balaustra dell'altar maggiore (cfr. 09/00297975). Nel XV secolo non era ancora codificata l'identificazione dell'altare del Sacramento con l'altar maggiore, ragion per cui a Santo Spirito esso coesisteva con la cappella del Sacramento di patronato Corbinelli (cfr. 09/00281778) nel transetto sinistro, entrambi autorizzati a conservare l'ostia consacrata. Il concilio di Trento sancì invece il pricipio che le ostie dovessero custodirsi unicamente sull'altar maggiore, privilegio che si arrogò il Michelozzi, ottenendo dal granduca Ferdinando I dei Medici il patronato di quell'altare di cui si era addossato il costo non indifferente in cambio del diritto alla sepoltura entro il recinto dell'altare per sè e per la famiglia, e del proprio stemma da apporre come unico consentito in quell'area. Il Caccini dette il progetto generale eseguendo di propria mano solo alcune parti e facendosi affiancare da scolari per il resto. L'erezione del complesso altare lo impegnò dal 1599 fino alla morte nel 1613. Egli lo eseguì sull'esempio dei modelli del Dosio con cui aveva collaborato nella sua fase iniziale, traendo da questi il gusto per l'uso in architettura dei marmi policromi. Il modello del ciborio fatto dal Caccini era conservato fino all'ottocento nella Badia di Arezzo e da lì trasferito in una chiesa della campagna aretina, probabilmente la Badia Ruffena dove dovrebbe trovarsi tutt'ora. Nelle fondamenta della costruzione fu murata una cassetta contenente una medaglia commemorativa raffigurante il nuovo altare anche se con delle varianti rispetto all'opera realizzata (cfr. Supino I. "Il Medagliere Mediceo" 1899, 202, n. 654). Alla morte del Michelozzi, nel 1604, l'altare non era ancora terminato. Esso fu consacrato nel 1608 in occasione del matrimonio di Cosimo II dei Medici con Maria Maddalena d'Austria. Nel 1744 Margherita Angiola Michelozzi cedette il patronato dell'altare al cugino Francesco Pier Maria Capponi in cambio dell'impegno di eseguire le riparazioni necessarie e di fare terminare l'opera. Per gli interventi specifici dei singoli artisti si vedano le singole schede figlie. Un disegno preparatorio del 1599 ca. è conservato al gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (A 2830). Il disegno è detto di "ignoto", ma è in realtà ascrivibile al Caccini e presenta delle varianti rispetto al progetto realizzato
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281786-0
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2000
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0