albero della croce, ultima cena e storie sacre

dipinto ca 1360 - ca 1360

Ciclo composto di sei scene: una centrale, quattro laterali, una in basso,separate da cornici decorate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
    oro/ punzonatura
  • ATTRIBUZIONI Gaddi Taddeo (1300 Ca./ 1366)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Agnolo Gaddi
    Giotto
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Attribuito a Giotto dal Vasari, fu il Rumhor, che lo ritiene stilisticamente piu' tardo, ad esluderlo dal catalogo del pittore. L'opera fu avvicinata a Taddeo Gaddi da Crowe e Cavalcaselle solo per quanto riguarda le scene raffiguranti l'"Albero della Croce" e l'"Ultima Cena". Il Venturi riconobbe in tutte le scene la mano di Taddeo Gaddi. Il programma iconografico della decorazione dell'ex refettorio di S. Croce risulta interessante e complesso: in basso è raffigurata l'"Ultima cena" che insieme a quella raffigurata nel cenacolo di S. Spirito dell'Orcagna e scuola é uno dei primi esempi di un tipo di raffigurazione assai diffusa a Firenze fino a tutto il secolo successivo; al centro e' l'"Albero della croce", dove Taddeo propone lo schema tratto da Pacino di Buonaguida, ma sostituisce ai tondi con la vita di Cristo i profeti e gli evangelisti con le rispettive profezie e le testimonianze dell'avverarsi di queste, ispirandosi al "Lignum vitae" di San Bonaventura (esemplificazione della "summa teologica" dei francescani); ai lati,infine, le quattro scene con storie di Santi. La costruzione prospettica della decorazione del refettorio di S. Croce risulta concepita su più livelli di profondità: i commensali dell'ultima cena, infatti, sembrano occupare uno spazio intermedio tra gli spettatori e le altre scene del ciclo, concepite come un trittico collocato alle spalle dei commensali; tale illusione prospettica è resa anche dalle mensolette poste alla sommità del ciclo. Come ha osservato la Esmeijer, che ha proposto un'interessante lettura del ciclo, la combinazione di motivi quali l'"Ultima cena" e la "Crocifissione" dell'"Albero della Croce" risulta poco diffusa: il programma decorativo di S. Croce sembra una creazione originale che non si rifa' ad una tradizione precedente. La studiosa notava come esso fosse dettato dal ruolo del convento di S. Croce come "studium generale" dell'ordine e che quindi fosse caratterizzato da un lato da una forte elaborazione intellettuale (data la destinazione per un pubblico colto), ma anche da una evidente chiarezza tipica della tradizione francescana, tesa ad "istruire" gli spettatori. Il programma non avrebbe, infatti, illustrato il solo "Lignum vitae", ma voleva rendere "un'unica e complessa esegesi visiva" di tutta l'opera di San Bonaventura. Taddeo Gaddi nella realizzazione della decorazione si sarebbe ispirato alla "teologia geometrica", già conosciuta nel Duecento in ambienti francescani del Nord (Bacone) ed illustrato da San Bonaventura nel suo "Hexaemeron", e sussidio necessario per rendere una complessa materia da esporre, quale era l'essenza delle opere di San Bonaventura, sommo teologo francescano. Come ha esemlificato l'Esmeijer, basandosi sulla "teologia geometrica", Taddeo avrebbe infatti usato nel refettorio di S. Croce una costruzione geometrica tesa a porre l'accento sul Gesù Cristo dell' "Ultima cena" e sulla croce dell' "Albero della vita"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/ecclesiastica
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281109-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1999
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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