Madonna col Bambino

statua 1320 - 1320

Statua

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Pisana
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Scultura entra in Camposanto nel 1810, ritirata dal Lasinio insieme a varie parti del monumento Gherardesca (ASP, Comune, F 94, cc. 1035 e 1040r) ; nel 1816 (ROSINI 1816a) è menzionata sopra una base medievale a conclusione del percorso del Camposanto, cioè sotto la scena affrescata con "La Tebaide". Nel 1829-30 (LASINIO 1833) viene spostata sulla porta del SS. Sacramento del duomo, dove è rimasta fino al secondo dopoguerra, quando risulta presente alla Mostra della Scultura Pisana del Trecento (PISA 1947). Ritornata nel Camposanto ed esposta nel corridoio nord è dal 1986 nel Museo Nazionale di S. Matteo. L'opera si presenta assai suggestiva per gli abbondanti resti di policromia (azzurrite nei soppanni e bruno negli occhi) e di doratura nei capelli e sulle vesti (le tracce violacee della preparazione all'oro, rimasto anch'esso in tracce, le rivelano decorate da elementi "ad rotellas" e fitomorfi); tali resti ne fanno, insieme al Cristo benedicente (09/00235634), uno degli esemplari meglio conservati di quella che fu la policroma plastica medievale pisana, di cui oggi, per le puliture subite dalle sculture nei secoli, restano scarse testimonianze. Il recente restauro ha inoltre evidenziato l'alta qualità dell'opera, non sempre riconosciuta dalla critica (PAPINI 1915). Raffigurata seduta col Bambino in collo in piedi sul ginocchio sinistro, la Madonna è coronata ed ha una veste fermata da una cintola sotto il seno; nella mano destra teneva forse un fiore. Il Bambino ha un rotulo nella sinistra e regge con la destra il velo della madre. La Madonna, nella posa ruotata sull'asse e nella tipologia facciale, riprende, con estrema sapienza, modelli giovanneschi e soluzioni tinesche della fase più tarda della sua attività pisana, secondo i caratteri di una koinè locale, che impronta, ad esempio, sia pur con esiti notevolmente diversi, le protomi binate della galleria interna del Camposanto dell'angolo nord-est, o quelle di notevole qualità del paramento esterno, angolo sud-est, che peraltro a mio avviso pertengono a due artisti diversi da quello che esegue la Madonna in esame. E volto del Bambino si collega i noltre, più di altri elementi, a quello del tabernacolo della chiesa di S. Michele in Borgo. Giudicata di qualche merito dal Da Morrona (1812), e ritenuta dal Lasinio di Tommaso (LASINIO 1923) e segue successivamente le vicende critiche del sepolcro di pertinenza (09/00235633(0)). Connessioni, anche iconografiche, sono state istituite tra questa Madonna e la Madonna, detta di Arrigo, di Giovanni Pisano, quella del tabernacolo del Camposanto e quella di Tino di Camaino nel sepolcro del duca di Calabria a Napoli (VE NTURI 1906, VALENTINER 1927, KREYTENBERG 1980). Nei suoi spostamenti la scultura è stata probabilmente sempre connessa al basa-mento cui risultava collegata nella sua ultima collocazione in Camposanto; il basamento nell'incisione del Faucci (MACCIO-NI 1771) è raffigurato, ma non appare decorato: inedito (pubblicato con la Madonna dal Papini nel 1915, non è però citato nel commento), è costituito da un blocco di marmo di cm. 44 x 40 x 40, cavo all'interno. Su tre facce, ad evidenza quelle più visibili e che presentano tracce di policromia, sono eseguite a bassorilievo una testa virile, tra una di putto e una di leone, tutte incluse in cespi di foglie d'acanto; nella quarta faccia è presente solo un cespo d'acanto. I caratteri stilistici delle teste sembrano del tutto coerenti alla Madonna col Bambino. Soprattutto l'esame della Madonna dopo il restauro permette, infine, a mio avviso, di escludere l'identità di mano tra il sepolcro Gherardesca e le s culture del tabernacolo del Camposanto ipotizzata dal Papini (1915) e dal Valentiner (1927) e ricusata giustamente dal Carli (1933 e 1938)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235635
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1993
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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