pietà
gruppo scultoreo,
ca 1547 - ca 1555
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564)
1475/ 1564
Soggetti sacri. Personaggi: Santa Maria Maddalena; Cristo; Nicodemo; Madonna. Abbigliamento: abbigliamento all'antica
- OGGETTO gruppo scultoreo
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MISURE
Profondità: 125 cm
Altezza: 277 cm
Larghezza: 138 cm
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ATTRIBUZIONI
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Michelangelo sembra aver cominciato il gruppo intorno al 1547, se il Vasar i, nella prima stesura delle "Vite" (1546-47), lo ricorda ancora non finit o nella casa romana dell'artista (così anche il Condivi, nel 1547, che era anche l'anno della morte di Vittoria Colonna). Come indicava A.Parronchi (1981), l'opera fu ricavata da un blocco di marmo destinato già alla tomba di Giulio II (conclusa nel 1548), dal quale avrebbe dovuto esser tratta l a figura del Pontefice emergente dal sepolcro e sorretta da quattro Angeli . L'opera sarebbe stata quindi mutilata da Michelangelo stesso, forse anch e a causa delle imperfezioni della materia: entro il 3 dicembre 1555, data di morte del suo domestico Urbino, se si accetta la versione per cui fu a nche l'importunità di quest'ultimo a spingere l'artista al gesto. Francesc o Bandini acquistò il gruppo da Antonio Mini (così si chiamava Urbino), e, d'accordo con Michelangelo, fu deciso di farla restaurare e completare da Tiberio Calcagni. Questi riunì insieme diversi frammenti dell'avambraccio e della mano sinistra, e rimise a posto anche l'avambraccio destro di Cri sto (la sua mano può esser riconosciuta sul collo di Cristo e sulla mano s inistra di Nicodemo). Lo scultore reintegrò poi i pezzi di marmo mancanti sul petto e sulla mano sinistra di Cristo, rielaborò la figura della Madda lena, alla quale rimise anche il braccio destro (la gamba sinistra di Cris to, che lo stesso Michelangelo, a detta del Vasari, cercava di correggere, risulta mancante nel gruppo e sarà forse identificabile col "ginocchio di marmo di Michelagnolo", un tempo in casa di Daniele da Volterra). Secondo il Vasari, il gruppo doveva andare sulla tomba dell'artista, il quale avr ebbe guardato il proprio volto per quello di Nicodemo (o Giuseppe di Arima tea, se si accetta l'iconografia usuale della "Deposizione"; Parronchi, tu ttavia, sosteneva la possibilità che l'artista, ritraendosi nella figura d i Nicodemo, avesse voluto alludere ad un accostamento personale alle tende nze nicodemite, al tempo molto diffuse). Alla morte dell'artista, nel 1564 , si sarebbe provato ad assicurare il gruppo per il suo sepolcro in S.Croc e, ma senza successo. L'opera venne portata, allora, a Monte Cavallo, nell a vigna di Pierantonio Bandini, figlio di Francesco, dove poté vederla anc he G.L.Bernini (da qui sarebbe passata, in seguito, a Firenze). Ricorderem o, qui, che faceva riferimento ad opere come queste l'interpretazione prob abilmente più diretta ed emotiva, esistenziale, che dal tardo Ottocento si dava del "non finito" michelangiolesco, considerato dallo stesso Rodin es pressione di energia "sans repos" e di un'umanità tormentata da aspirazion i titaniche. Fra gli studi più recenti su questa "Pietà" indichiamo, in pa rticolare, quelli di Ch.De Tolnay (1960) e di A.Parronchi (1981), e quello , poi, di P. Pavlevic (1965, in Scritti in onore di G. N. Fasola), soprattutto per le approfondite osservazioni sul corretto punto di vista dell'opera
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900230057
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0