calco - ambito fiorentino (sec. XIX)

calco, 1890/ 1899

Calco in gesso da forma a tasselli. Monumento funebre parietale. Sull'arca posano le allegorie della Notte e del Giorno

  • OGGETTO calco
  • MATERIA E TECNICA gesso/ calco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gipsoteca
  • LOCALIZZAZIONE Istituto Statale d'Arte
  • INDIRIZZO piazzale di Porta Romana, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1873 Innocenzo Spinazzi, professore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, chiese il permesso di fare i getti nella Cappella e propose che ne fosse incaricato Vincenzo Ciampi, il quale convenne di "fare le forme a tutte sue spese". Due anni dopo S.A.S., a cui era stato dato resoconto della partecipazione fatta dall'Accademia di Belle Arti di formare in cera l'Antioco e di gettare le forme in gesso delle quattro statue del Buonarroti, che sono nella Cappella di S. Lorenzo, ordina sia sospesa la formazione dell'Antioco e sia data a Vincenzo Ciampi la permissione di fare per conto proprio il getto delle dette statue, fissando o il primo o il secondo gesso a scelta per l'Accademia, a 20 zecchini l'uno (25 ottobre 1785). Il 22 marzo del 1786 lo Spinazzi comunica di avere ricevuto dal Ciampi i due primi Crepuscoli e di averli trovati di buon grado e ben condizionati. In ottobre furono terminate anche le altre due Allegorie. E' assai probabile che si tratti degli stessi calchi che furono trasferiti dall'Accdemia al Museo dei Gessi nel 1938. Nel 1820 il Ciampi propose all'Accademia il getto della statua di Lorenzo la cui forma era proprietà dell'inglese M. Day, ma il gesso non fu acquistato perché il prezzo di 50 zecchini fu giudicato eccessivo. I quattro Crepuscoli continuarono anche in seguito ad essere oggetto dell'interesse dei formatori e dei collezionisti, dato il prestigio degli originali. Un nuovo getto delle statue fu infatti eseguito da Clemente Papi per conto del Governo francese nel 1834 sotto la sorveglianza dello scultore Stefano Ricci e del Direttore della Galleria Carlo Siriel. I documenti non dicono se in questa occasione ne fosse fatta anche una replica per l'Accademia e se di conseguenza siano questi i calchi in seguito pervenuti alla Gipsoteca. L'Inventario dell'Accademia del 1870, elenca i calchi in gesso dei quattro Crepuscoli e il calco della Testa di Giuliano, ma non riporta il nome del formatore. Clemente Papi espose un getto in bronzo dei Crepuscoli all'Esposizione Universale di Parigi del 1867 (Relazione 1867, p. 53-54) come esemplare documento della qualità tecnica dei lavori prodotti dalla sua famosa fonderia. Ricordiamo anche che pochi anni prima, nel 1863, il formatore della Gallerie L. Stiattesi aveva ricevuto l'incarico di levare i calchi delle Allegorie per il Museo di Kensington. Il Comitato per le Celebrazioni del 1875 in occasione del IV Centenario della nascita di Michelangelo, sotto la presidenza di Ubaldino Peruzzi e la vicepresidenza del De Fabris, stabilì che il programma dovesse comprendere una mostra dei gessi, delle sculture e dei disegni di lui che sono a Roma e a Firenze. Con una lettera del 10 marzo 1875, il R. Ministero autorizzava il Comitato a levar calchi delle opere michelangiolesche mentre Costantino Nigra scriveva da Parigi che il Ministero della Pubblica Istruzione francese aveva ordinato fossero riprodotte in gesso e in forografia, le opere di Michelangelo esistenti nelle Collezioni pubbliche e private (Parrini 1876). Nell'adunanza del 10 aprile 1875 il Presidente leggeva una missiva del Ministero della Pubblica Istruzione il quale, indicando le somme che costerebbero i calchi di tutte le opere di scultura eseguite da Michelangelo che sono in Roma e in Napoli, dichiarava al Comitato che le condizioni del Tesoro del Ministero non gli permettevano di fare tanta e sì considerevole spesa. Prometteva però di donare tanti calchi di opere per la somma di L. 2.000 e di proporre al Governo uno stanziamento di L. 10.000. La mostra si articolò intorno all'appena realizzata Tribuna del David che suscitò incondizionata ammirazione fra gli spettatori. Nel braccio a sinistra fu collocato il calco del Mosè, nel braccio a destra i calchi delle più note e ammirate opere: la Pietà di S. Pietro, il Cristo della Minerva, i Prigioni, la Madonna del Bruges, la Cariatide (Parrini 1876, p. 215- 216). All'ingresso della Tribuna, sotto la Crociera erano i calchi, di proprietà dell'Accademia, dell'Aurora, del Crepuscolo, del Giorno e della Notte. Delle statue di Lorenzo e Giuliano erano esposte solo le fotografie. Solo nel 1881 infatti il De Fabris fu autorizzato dalla Soprintendenza a levare un calco delle statue dei Duchi. Alla mostra era invece esposto il calco della testa di Giuliano di proprietà dell'Accademia. Negli ultimi anni del secolo si moltiplicano le repliche. Nel 1906 Carlo Campi offre: testa e statua del Pensieroso (riduzione), dell'Aurora, gamba del Crepuscolo in misure leggermente diverse, torso e testa del Crepuscolo, mezza figura del Giorno. I Lelli non possedevano i calchi completi dei Monumenti funebri ma avevano rivolto il loro interesse soprattutto alla realizzazione di repliche che potessero rivestire un significato spiccatamente decorativo e quindi più agevolmente commerciabile. I Cataloghi pubblicati successivamente da Oronzio e Giuseppe Lelli, mostrano l'arricchirsi di modelli dei particolari tratti dalle statue delle Cappelle. SEGUE IN OSSERVAZIONI
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900229439
  • NUMERO D'INVENTARIO Gipsoteca, n. 1432
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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