scene della vita di San Frediano e Sant'Agostino/ trasporto del Volto Santo
dipinto,
Aspertini Amico (1475 Ca./ 1552)
1475 ca./ 1552
Personaggi: Popolo lucchese; Sant'Agostino; San Frediano; committenti; parenti; Amico Aspertini; San Giuseppe; Maria Vergine; Gesù Bambino; pastori; Cristo; le tre Marie; Nicodemo; San Giovanni; agostiniani; demoni; angeli; anime; Dio Padre; Profeti; Sibille; sei Apostoli; Angelo Musicante; San Riccardo; Santa Zita; Santa Fausta; San Cassio
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Aspertini Amico (1475 Ca./ 1552)
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ciclo di affreschi fu iniziato nel 1508 nella cappella di Sant'Agostino, su commissione del priore Pasquino Cenami. Considerata giustamente uno dei più bei cicli affrescati italiani di inizio '500, l'opera venne realizzata dal pittore in una fase relativamente giovanile (aveva circa 34 anni), fresca di un soggiorno romano determinante in cui Aspertini aveva non solo meditato sul Filippino Lippi della Cappella Carafa, ma anche sulle grandiose citazioni del passato che vanno a costituire un repertorio 'archeologico' di notevole importanza. Di tale repertorio brani consistenti di rovine classiche, immerse in un paesaggio con spunti nordici di matrice dureriana conosciuta probabilmente attraverso incisioni, si affacciano in più di un caso nel ciclo lucchese. Non deve stupire l'impatto estremamente positivo che tale ciclo dovette avere sull'ambiente artistico locale. Filippino Lippi, che a Lucca aveva operato fra '82 e '83, era ancora agli inizi del '500 un modello basilare per artisti come Michelangelo Membrini o Ansano Ciampanti. Negli affreschi il ricordo del Lippi affiora più volte, soprattutto nelle sigle taglienti e gonfie dei panneggi (la Vecchia in primo piano nella scena del Trasporto, il San Giuseppe nella Natività). Ad esempi di statuaria classica o a prototipi tratti dalle incisioni di Durer invece fanno riferimento altri brani (Faietti/Scaglietti Kelescian 1995). La scelta iconografica complessa, che allude quasi sempre ad episodi sacri strettamente connessi all'agiografia lucchese, si deve al committente dell'opera, il priore Pasquino Cenami che negli anni '80 del Quattrocento era stato a Bologna nel convento agostiniano di S. Frediano dei Sacchi. Là il futuro priore era entrato in stretta relazione col mondo intellettuale bolognese e dunque con quello artistico, elemento questo che giustifica la commissione ad Amico per il ciclo lucchese. Molti lucchesi illustri, legati alla famiglia dei Cenami dovettero venirvi raffigurati giacché è evidente come negli astanti alla scena di 'San Frediano che argina il Serchio' o in quelli presenti al 'Battesimo di Sant'Agostino' compaiano veri ritratti. Nel primo di questi due gruppi l'uomo in nero con cappello che guarda l'osservatore dovrebbe essere l'autoritratto dell'artista. Di singolare bellezza ed intensità sono le figure di Evangelisti in grisaglia sui pilastri ottagoni d'accesso alla cappella, arricchiti da fasce sempre a monocromo con trofei romani e grottesche. L'effetto scultoreo è raffinatissimo e attesta la centralità di Aspertini nel dibattito artistico sul recupero dell'antico alle porte del Rinascimento maturo. In alto, oltre ai santi raffigurati nel sottarco, si apre un oculo, sotto la chiave d'imposta, con un angelo musicante scorciato elemento dell'assimilazione di certa pittura padana mantegnesca che il pittore dovette avere ben presente nella sua formazione giovanile
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900216866
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1999
2000
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0