MORTE DI SANT'ANNA

dipinto,

Personaggi: Maria Vergine; Sant' Anna; San Giovacchino; San Giuseppe; angelo; figure muliebri. Attributi: (San Giuseppe) verga fiorita. Oggetti: tendaggio; letto; lenzuola; cuscino; piatto; tazza. Abbigliamento: veste; mantelli; calzari

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Nocchi Bernardino (1741/ 1812)
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo S.Anna che adora il Bambino (cfr. scheda 00216849), eseguita da Stefano Tofanelli nel 1796 e destinata all'unico altare della cappella, appositamente disegnato da Giovanni Lazzarini, la tela di Bernardino Nocchi è la seconda ad essere collocata nella cappella che la famiglia Buonvisi andava rinnovando in questo scorcio di secolo ma che aveva eretto agli inizi del Cinquecento e per la quale aveva commissionato a Francesco Francia la pala centrale (ora alla National Gallery di Londra). I Buonvisi, anzi, nonostante il totale rinnovo dell'aspetto strutturale e dell'apparato decorativo, conservano l'originaria intitolazione alla madre della Vergine, motivata dalla presenza di una sua reliquia. Nel 1803 al Nocchi, a Roma in quegli anni, viene richiesto di rappresentare il momento della morte della santa, tema che, forse perché ancora profondamente colpito dalla scomparsa della moglie, avvenuta in quello stesso anno, svolge con accenti di grande tensione emotiva, dando rilievo al momento del trapasso. La scena, ad andamento traverso, è dominata dalla presenza del letto su cui giace la santa, appena spirata e per la cui figura il pittore prende a modello la moglie. Il colore del suo viso, scavato dalla sofferenza, è livido, quasi si confonde col bianco del grande cuscino e del lenzuolo. Le tonalità di colore delle vesti degli altri personaggi che affollano la composizione (per la figura di Maria si serve della figlia Lucia e per quella dell'angelo del figlio Odoardo) sono invece decise -quasi stridenti quelle dell'angelo - per accentuare la drammaticità. Significativamente poetico è il modo in cui è rappresentato l'angelo, che, distendendosi in volo, si pone come elemento di raccordo e di continuità ideale fra la figura della madre e quella della figlia. La tela, arrivata a Lucca e collocata nel cappella nel 1804, non sembra incontrare eccessivi apprezzamenti, al contrario di quanto avvenuto in precedenza per quella del Tofanelli, e questo amareggia profondamente il Nocchi che si consola col fatto che i Montecatini, nel frattempo eredi del patrimonio Buonvisi, gli elargiscono un compenso maggiore di quello pattuito a suo tempo. Questo contrastato favore può forse attribuirsi al fatto che il dipinto, in confronto con quello del Tofanelli, profondamente partecipe delle novità romane degli ultimi due decenni del secolo già classicisticamente orientate, appare ancora legato a un'impostazione e a un linguaggio di metà Settecento, parimenti di provenienza romana, ma rielaborati su precedenti istanze marattesche. Della tela si conoscono due bozzetti (un terzo dovrebbe trovarsi presso la Curia lucchese): uno è in collezione privata e dovrebbe provenire dagli eredi del pittore, uno è esposto presso il Museo e Pinacoteca Nazionale di Palazzo Mansi; l'iscrizione sul retro ne documenta la primitiva appartenenza a Luigi Mansi. Di una delle versioni è certamente di mano di Bernardino, egli stesso, infatti, in una lettera inviata al figlio Pietro fra il marzo e l'agosto del 1807 se ne dichiara autore
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900216850
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1999
    2000
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Nocchi Bernardino (1741/ 1812)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'