Madonna in trono e Santi

dipinto, 1500 - 1510

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Mainardi Sebastiano (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Campi Bisenzio (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Rondoni citò per primo, nel 1863, la tavola, posta "sul primo altare a destra entrando" (ora non più esistente) dicendola di "maniera" del Ghirlandaio, così come avrebbe qualche tempo dopo scritto il Carocci. Dannegiatissima per le infiltrazioni d'umidità, l'opera fu restaurata una prima volta all'inizio del nostro secolo e una seconda nel 1955- 1956. Vari indizi autorizzarono ad affermare che il soggetto di questa tavola è stato alterato, sostituendo il Bambino originariamente in braccio alla Vergine con il simbolo dei sette dolori. Innanzitutto, benchè la celebrazione liturgica dei dolori della Madonna risalga al 1423, l'iconografia mariana del Rinascimento non risulta aver comtemplato questo tema, che subentrerà solo più tardi. Un'altra indicazione, evidentissima, viene sia dalla posizione del grembo della Vergine, con le ginocchia divaricate per accogliere il Bambino, sia dal goffo tentativo di rimediare la conformazione delle mani, che, specialmente la destra, mostrano chiaramente il pasticcio avvenuto e non trovano giustificazione in rapporto al cambiamento verificatosi. Quando questo sia stato effetuato è per ora imprecisabile e anzi reso problematico dagli studiosi che hanno ricordato il dipinto. Il Rondoni, infatti, nel 1863 cita già la Vergine come quella dei sette dolori, prova evidente della sostituzione del Bambino con il simbolo attuale; sennonchè le schede manoscritte del Carocci parlano ancora della Vergine con "il Bambino Gesù", anche se queste parole risultano poi corrette, probabilmente da altri in un secondo tempo, con quelle: "simbolo di sette dolori nella sinistra". Il Carocci, però, doveva aver visto senz'altro il Bambino, poichè nella sua pubblicazione del 1906-1907 ricorda "una tavola della maniera di Domenico Ghirlandaio colla Madonna, il Bambino, San Pier Martire e San Martino Vescovo ". Stilisticamente l'opera più di recente attribuita a Sebastiano Mainardi che risulterebbe aver lavorato molto nel territorio campigiano se trovassero conferma le attribuzioni dell'affresco con la Visitazione e santi nella stessa chiesa di San Martino e della tavola con Madonna e santi nella vicina pieve di Santo Stefano. La pala in esame sembrerebbe appartenere all'attività finale dell'artista
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900195571
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI pagina sinistra del libro - TEME/ TE D/ EV ET/ DATE/ ILLI/ HONO E - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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