Maria Vergine sale i gradini del tempio

dipinto, ca 1613 - ca 1613

Personaggi: Maria Vergine; San Giovacchino; Sant'Anna; San Giuseppe. Figure: sacerdote; angeli

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Curradi Francesco (1570/ 1661)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il quadro, schedato dal Marangoni nel 1925 (cfr. fascicolo dattiloscritto su Santa Marta dell'Ufficio Catalogo della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici), fu considerato opera di un artista fiorentino del '600, forse Ciampelli. Quest'attribuzione, mantenuta anche nella scheda di restauro dell'Opificio delle Pietre Dure è stata corretta dalla Prosperi Valenti Rodinò a favore del Curradi, seguita dal Cantelli e dalla Cuzzocrea (S. Prosperi Valenti Rodinò, 1977, p. 50, n. 74; G. Cantelli, 1983, p. 53; S. Cuzzocrea, 1985, p. 115). Molti elementi confermano l'assegnazione a questo pittore, a cominciare dalla semplificazione di sapore tipicamente contro riformato con cui è rappresentata la scena. La composizione, limitata solo alle figure essenziali, si svolge secondo un andamento a zig-zag che iniziando dagli angeli in primi piano a sinistra collega i genitori di Maria a destra, la Vergine che sale le scale, il sacerdote e si conclude nella coppia di angioletti in alto a destra. Questo andamento, oltre che da motivi compositivi, è reso evidente dai gesti e dagli sguardi delle figure. Gli angeli, infatti, sembrano vivamente partecipare al dolore di Gioacchino e Anna che guardano allontanarsi la figlia. Anche l'attenta rappresentazione del mondo interiore dei personaggi, reso attraverso un muto colloquio di sguardi, è uno degli aspetti più salienti della pittura curradesca. Inoltre, come nella maggior parte delle sue opere, l'artista "è alla ricerca di una espressione fortemente devozionale che riesce a far trapelare dai piccoli volti dai grandi occhi innocenti" (S. Cuzzocrea, 1985, p. 15). Dal volto quasi fanciullesco della Sant'Anna, in particolare, traspare quel rassegnato pathos e quell'accettazione del valore divino che si ritrova anche nell'Annunciazione della Palatina. La strettissima vicinanza con questo quadro del 1611-12 ha permesso alla Cuzzocrea di datare il dipinto di Santa Marta verso il 1613. La tela può, quindi, essere collocata in un periodo ancora giovanile dell'artista, quando egli cominciava ad affermarsi presso una committenza religiosa prevalentemente conventuale. Per questo dipinto sono stati rintracciati dalla Prosperi Valenti Rodinò due disegni preparatori conservati alla Corsiniana di Roma, F. C. 125696 e F.C. 126289 rispettivamente per la figura di Gioacchino e per la testa di Sant'Anna (S. Prosperi Valenti Rodinò, 1987, p. 50, n. 74)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194124
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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