ritratto del vescovo Geremia Bonomelli

scultura, ca 1920 - ca 1923

N.P

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA gesso/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta del gesso originale della statua in bronzo di Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona (Nigoline, Brescia 1831 - ivi 1914) facente parte del monumento sepolcrale a lui dedicato nella cattedrale della città. Il monumento fu commissionato a Trentacoste dal Comitato per le onoranze a monsignor Bonomelli nel 1920 (contratto del 27 marzo 1920 - GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 3, ins. 2). Trattative erano però in atto fin dal 1919 (cfrl la corrispondenza relativa - GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 3). Inizialmente Trentacoste elaborò un progetto assai complesso, di cui faceva parte, oltre la statua giacente del defunto tre sculture sul coronamento, dei puttini ed un bassorilievo centrale con Cristo ed angeli. Per ragioni di spesa, se ne adottò in seguito una soluzione semplificata, con la sola figura del prelato e l'inquadramento architettonico (lettera di monsignor Tranquillo Gaurnieri, vescovo di Cremona, a Trentacoste, 12 ottobre 1919, GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 3 - risposta di Trentacoste, 18 ottobre 1919). Pensata inizialmente in marmo, la statua venne poi eseguita in bronzo, su proposta dello scultore (GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 3, lettere 8 gennaio 1921, 12 aprile 1921, 19 aprile 1921, 6 novembre 1921, 22 maggio 1921). Le parti architettoniche furono progettate da Trentacoste, eseguite in marmo dalla ditta Gino Marsili di Firenze con la supervisione dell'architetto R. Brini. Tre progetti del monumento e una pianta si trovano alla GAM; un prospetto su lucido della veduta di fronte e di fianco agli Uffizi (GDSU). Altri tre disegni per il monumento, insieme alla maschera funeraria del vescovo, eseguita da Trentacoste nel 1914, furono donati da Fernanda Ojetti al Museo di Cremona nel 1933 (cfr. "Regime Fascista", 30 novembre 1933). Sia negli elementi iconografici che in quelli stilistici la statua si ispira a modelli rinascimentali, in particolare al monumento di Sisto IV di Antonio e Piero del Pollaiolo. L'esplicita ripresa neo-quattrocentesca dipende verosimilmente dall'influsso di Ugo Ojetti, che scorgeva in questa opera la realizzazione delle proprie idee nella nuova restaurazione della tradizione italiana nella scultura (cfr. V. Ojetti, "Domenico Trentacoste e la statua del vescovo Bonomelli", in "Dedalo", III, 1922, p. 471; carteggio d'Annunzio-Ojetti 1894-1937, a cura di L. Ceccuti, Firenze 1979, p. 259; e ancora V. Ojetti, "Domenico Trentacoste", in "Nuova Antologia", gennaio 1940, pp. 40-59). Non a caso la scultura (in bronzo) fu presentata alla Biennale di Venezia del 1922, voluta ad ogni costo da Pica, che considerava l'opera "magnifica ... onore della scultura italiana contemporanea" (lettera di Pica a Trentacoste, 16 settembre 1922 - e inoltre lettere del 30 maggio 1921, 7 marzo 1922, 11 marzo 1922, 14 agosto 1922, 16 settembre 1922, 20 settembre 1922 - GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 5, ins. 4) e la sua presenza fu fatta coincidere con la commemorazione solenne di Antonio Canova tenuta da Ojetti. La statua fu visitata personalmente nello studio dello scultore dalla regina Margherita (firma autografa della regina in visita allo studio Trentacoste, 26 giugno 1922); ed alti gerarchi fascisti presenziarono alla cerimonia di inaugurazione. Pochi anni dopo si ricorreva a Trentacoste per la realizzazione di un monumento di significato ideologico ben maggiore, il san Francesco in piazza del Risorgimento a Milano. Il gesso fu donato alla GAM da Fernanda Ojetti, erede fiduciaria di Trentacoste, nel 1933
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193139
  • NUMERO D'INVENTARIO Giorn. 4340
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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