miniatura, serie di Bartolomeo di Fruosino (attribuito) (primo quarto sec. XV)
Il codice contiene il diurno festivo annuale con il graduale del Proprio dei Santi. Membr.; mm 510x370; cc. I (membr.) + 269 (2 carte mancanti) + cc. 269bis-272 (cart.; aggiunte successivamente); da c. 247: fascicoli successivi; rubriche in inchiostro rosso, segni paragrafali in inchiostro azzurro. Numerazione a matita nell'angolo superiore del margine esterno (numerazione di riferimento); numerazione originale al centro del margine superiore in numeri romani ad inchiostro rosso e azzurro con cifre alternate. 40 fascicoli regolari nella parte originale del codice tutti quaterni, successvi: bifolii (XXXIII, XXXV-XXXIX), duerno (XL), trierni (XXXII, XXXIV) con richiami dei fascicoli al centro del margine inferiore. Scrittura Testualis eseguita da un'unica mano con inchiostro bruno e rosso fino a c. 246r su 1 colonna di scrittura con 6 tetragrammi rossi e 6 righe di testo; mani successive nelle aggiunte al testo e nei fascicoli XXXII-XL. Legatura con piatti in legno ricoperti di cuoio marrone con rigature parallele; in entrambi i piatti, quattro cantonali in ottone di forma quadrangolare con al centro una borchia a rilievo e fissati da diversi chiodini, decorazione centrale in entrambi i piatti con borchia al centro e chiodini di fissaggio su entrambi i piatti, 2 bindelle e chiodi
- OGGETTO miniatura
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MATERIA E TECNICA
cuoio/ impressione
LEGNO
Ottone
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MISURE
Altezza: 510 mm
Larghezza: 370 mm
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ATTRIBUZIONI
Bartolomeo Di Fruosino (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Graduale F 72, contenente il Diurno festivo annuale con il graduale del Proprio dei Santi dall’ottava domenica della Pentecoste alla Pasqua, fa parte del gruppo di Corali realizzati per la chiesa di sant'Egidio dell'Ospedale di Santa Maria Nuova. Uno dei primi studiosi che ha descritto l'intero ciclo di corali è stato Paolo D'Ancona (1914, V. I, p. 23) il quale analizzò i documenti che registrano i pagamenti ricevuti da Lorenzo Monaco tra il 1412-1413 per la miniatura di alcuni antifonari per la chiesa di Sant'Egidio, oggi al Museo Nazionale del Bargello, che appaiono, come quelli conservati alla Laurenziana e provenienti da Santa Maria degli Angeli, decorati da mani diverse per quanto affini. Il D'Ancona (1914, pp. 134-136 n. 144) colloca il codice alla fine del XIV secolo e lo reputa tutto di una stessa mano, sebbene eseguito da un mediocre artista il quale si distingue per il colorito arrossato che dà alle carni, per le pupille grandi, nere e fisse, per il modo di fare i capelli per lo più rossastri e filiformi, per le bocche dalle labbra grandi e quadrate e per i forti tratti scuri con cui sottolinea i lineamenti. Secondo il Golzio (1931), invece, la decorazione del Corale sarebbe il risultato di una collaborazione fra più artisti; tale opinione che non venne accettata dalla Ciaranfi (1932) che riferisce l'intera decorazione all'anonimo autore delle miniature dell'Antifonario A 69. In seguito, il Berenson (1932) avanzò l'attribuzione dei profeti e dei santi a Lorenzo Monaco, mentre il Salmi (1950) riconobbe la mano, almeno in parte, di Bartolomeo di Fruosino, seguito dalla Levi D'Ancona (1958; 1962), che lo assegna interamente al miniatore insieme all'Antifonario A 69, e più recentemente dalla Labriola (in Lorenzo Monaco, p. 86) al cui autore assegna anche il Graduale G 73 e che descrive come un artista capace di adeguarsi “ai più attuali svolgimenti di gotico fluente e modulato della pittura del maestro, seppure attraverso l'interpretazione ornata e gracile del suo stile”. Anche Kanter (in Painting and Illumination, pp. 287-293) aveva unito i tre codici in un unico gruppo stilisticamente e cronologicamente omogeneo e rileva come i contenuti, il Proprio dei santi dalla festa di sant'Agata il 5 febbraio alla festa di san Clemente il 23 novembre, il Comune dei santi e testi votivi per la messa, corrispondano per la maggior parte ai testi del Cod. Cor. 2 della Laurenziana scritto per Santa Maria degli Angeli. L'intervento di Bartolomeo in questo codice sarebbe di poco successivo alla realizzazione del Graduale di Sant'Egidio (Firenze, Museo di San Marco, Inv. n. 557) ed è caratterizzato da una particolare minuzia descrittiva e di articolazione spaziale riscontrabili nell'Annunciazione a c. 24v, mentre altre immagini, come il San Michele arcangelo a c. 67v, mostrano il riferimento alla pittura dell'Angelico e di Masolino (Labriola in Lorenzo Monaco, pp. 92-93). Il codice rimase nell'Ospedale di Santa Maria Nuova fino alle soppressioni napoleoniche dei conventi del 1803 e dal 1825 al 1902 fu depositato presso la Galleria degli Uffizi. In data 1 aprile 1900 i due rami del Parlamento italiano approvarono il disegno di legge concernente l'acquisto di opere d'arte appartenenti all'Arcispedale di Santa Maria Nuova (Ridolfi 1902) e nel 1902 il Corale entrò a far parte del patrimonio artistico del Museo Nazionale del Bargello
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191821-0
- NUMERO D'INVENTARIO Bargello Libri miniati 6
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2009
- ISCRIZIONI cartellino pergamenaceo sul piatto anteriore - F - lettere capitali - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0