incoronazione di Maria Vergine

vetrata post 1433 - ca 1437
Donatello (attribuito)
1386 ca./ 1466

Vetrata circolare composta da sedici pannelli

  • OGGETTO vetrata
  • MATERIA E TECNICA vetro/ piombatura/ pittura
  • MISURE Diametro: 380 cm
  • ATTRIBUZIONI Donatello (attribuito): disegnatore
    Domenico Di Piero Da Pisa (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’incoronazione della Vergine, nell’occhio della cupola sopra la cappella di S.Zanobi, fu il primo ad essere commissionato. Gli operai deliberano di allogarlo il 19 maggio 1433 (Poggi, 1909, doc.712) e nell’agosto ed ottobre successivi si cerca addirittura di ottenere la liberazione del maestro vetraio Angelo di Francesco, imprigionato, dato la carenza di tali artigiani nella città di Firenze (Poggi, 1909, docc.713-714). Nel novembre si compra appositamente del vetro a Venezia (Poggi, 1909, doc.715). In principio il disegno fu affidato a Lorenzo Ghiberti: il 30 dicembre 1433 l’Opera incarica un’apposita commissione di scegliere uno dei due cartoni presentati dall’artista per poi farlo eseguire da Bernardo di Francesco (Poggi, 1909, doc.717). Il lavoro del Ghiberti, probabilmente, non aveva soddisfatto, poiché venne chiamato in causa anche Donatello e nell’aprile del 1439 la commissione dell’Opera, dopo aver richiesto il parere di vari esperti se scegliere per l’Incoronazione su disegno del Ghiberti o quello di Donatello, si pronuncia a favore di quest’ultimo che parve loro “melius honorabilius et magnificentius” (Poggi, 1909, doc.719); cambia anche il maestro vetraio: il 20 aprile, sempre del ’39, l’occhio viene allogato a Domenico di Piero da Pisa ed Angelo Lippi (poggi, 1909, doc.720). Nell’agosto del ’34 Donatello viene pagato con 18 fiorini d’oro (Poggi, 1909, doc.722) e nel marzo del 1435 l’Opera ricompensa anche il Ghiberti, benché il suo cartone sia stato rifiutato (Poggi, 1909, doc.723). Dal Maggio del 1435 all’agosto 1436 sono documentate numerose sollecitazioni ed alcuni anticipi ai maestri vetrai Domenico ed Angelo che non avevano ancora iniziato l’opera (Poggi, 1909, docc.724-733) solo nel dicembre l’occhio risulta in lavorazione (Poggi, 1909, doc.734); e doveva essere compiuto il 27 giugno 1437, quando si pagano in parte i due vetrai (Poggi, 1909, doc.739); era sicuramente finito e posto e posto in loco il 19 dicembre 1437, come è specificato nel documento relativo al saldo dei maestri vetrai esecutori (Poggi, 1909, doc.740). Numerosi gli interventi critici relativi all’opera in esame a cominciare dal Vasari che la riferisce esattamente al suo autore, Donatello, affermando che l’occhio dell’Incoronazione ha “maggior forza in se che gli altri da diversi maestri disegnati” (Vasari, 1550, p.388) ed in seguito che “il disegno è tanto migliore di quelli che sono negli altri occhi, quanto manifestamente si vede” (Vasari, 1568, ed.Milanesi, II, p.402). Il Semper è l’unico autore ottocentesco che dedichi una certa attenzione alla vetrata sottolineandone la fermezza e la semplicità del disegno e l’intensità e sobrietà espressiva (Semper, 1872, p.263). Nel 1900 l’Incoronazione fu osservata ed accuratamente descritta dal Marquand che parla di grande semplicità compositiva ed attribuisce erroneamente l’esecuzione a Bernardo di Francesco (Marquand, 1900, pp.193-197). Importante il contributo del Poggi, cui si deve la pubblicazione del materiale documentario relativo a tutte le vetrate del Duomo (ordinato e riassunto in brevi commenti su ogni singola opera), permettendo quindi di ricostruire con precisione la complessa storia di questo occhio (Poggi, 1909, pp.LXXXVI-LXXXIX). Per il Toesca l’Incoronazione è forse, tra le vetrate della cupola, una delle meno belle per la monotonia di vesti bianche che guasta l’insieme coloristico, per incertezza plastica, sebbene vi si intravede il turbine di linee che nel disegno del maestro doveva avvolgere le due grandi figure (Toesca, 1920, p.3). La Van Straelen afferma che rimangono poche lastre originali (non precisa, però, di quale si tratti) e suppone che il disegno del Ghiberti rifiutato dall’Opera possa essere servito da modello per la vetrata della Pieve di Arezzo attribuito dal Vasari all’artista ed attualmente perduta (Van Straelen, 1938, pp.80-81). Marchini ritiene probabile che Donatello sia intervenuto direttamente alla fase pittorica “tanto quei pochi tratti conservati dal modello appaiono potenti nel colarsi dentro gli scultorei contorni d’una semplicità raramente grandiosa”, osserva poi la resa rigorosamente prospettica dei sedili e la bordura che non è più semplice decorazione lineare, ma simula un’imbotte in veduta centrale; sottolinea la tecnica scadente e l’uso eccessivo della grisaglia nel chiaroscurare le due masse compatte di colore, mancanti altrimenti di modellato (da notare anche le striature curve nel manto di Cristo, in lastre ottenuta lavorando il vetro col metodo del disco); ma forse “la qualità sintetica di Donatello” non piacque se si considera che la maggior parte del lavoro a venire fu poi affidato al Ghiberti (Marchini, 1956, pp.40-230; 1978, pp.547-548). Il Jonson avanza l’ipotesi che al disegno dell’Incoronazione abbiano partecipato anche il Ghiberti ed i maestri vetrai esecutori; nota un rapporto tra gli angeli della bordatura e le teste in stucco nei triangoli ai lati delle lunette sopra le porte della sacrestia vecchia di S.Lorenzo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900188139
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1989
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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