Cristo morto

testiera di cataletto, 1526-1527

Similmente al pannello con la Madonna con bambino, uno degli altri tre pannelli dipinti che completavano il cataletto per la Confraternita di San Giovanni Battista, anche in questa tavola lo sfondo è gestito con una duplice ripartizione, un lato in ombra al quale si contrappone un'ampia apertura che svela un suggestivo brano di paesaggio che quasi sembra contrastare, nella sua piacevolezza aggraziata, con la tragicità della figura in primo piano: uno scorcio pittoresco, con le casette, i fianchi dei monti e le linee scoscese delle colline che emergono aggraziate dalla bruma di una mattina invernale, avvolte dai toni azzurro-verdi di una natura mite e conciliante. A questa si contrappone, in alto a sinistra, la tenace oscurità di cui si saturano le piante rampicanti che si distendono sul muro.Il Carli (1979) sottolinea la carica espressiva del dramma, quando per precisare il soggetto impiega una definizione ancora più penosa di quella usuale di Cristo morto, bensì Cristo agonizzante.Tuttavia, l'iconografia è quella tradizionale del Cristo deposto dalla croce, che esibisce ancora i segni del martirio, dalla corona di spine alla ferita al costato; ed anche la posa toccante e altamente suggestiva delle mani, nel loro abbandono irrigidito dalla morte, conferma tale interpretazione.Seb

  • OGGETTO testiera di cataletto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bazzi Giovanni Antonio Detto Sodoma (1477/ 1549)
  • LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera costituiva una delle quattro testate dipinte di un cataletto, successivamente smembrato e che aveva stimolato l'entusiasmo del Vasari che lo definì «[.] la [bara dipinta] più bella di Siena; et io credo che sia la più bella che si possa trovare» (G. Vasari, Le Vite, ediz. Ragghianti, III, Milano 1943, p. 138). I quattro pannelli, che erano collocati originariamente in coppie, a due a due retro contro retro, furono realizzati per la Compagnia di San Giovanni Battista a Siena e trasferiti nell'Oratorio dei Santi Giovannino e Gennaro nel 1785, in seguito all'abolizione della Confraternita e all'alienazione dei suoi beni a favore di varie chiese della città e della Maremma, a causa della soppressione delle confraternite laicali decretata dal Granduca Pietro Leopoldo I.Nel 1976 lo Huym (p. 208) riportava la notizia che i pannelli per il cataletto, ormai conservati nel Museo dell'Opera del Duomo di Siena, fossero collocato nell'Ufficio del Direttore; notizia confermata da una particolare circostanza: nel 1946 il Carli, descrivendo le opere conservate nelle tre sale della pinacoteca del Museo dell'Opera, non cita le quattro tavolette del Sodoma. Le opere, invece, vengono citate dallo studioso nella guida del museo, edita nel 1989 (pp. 54-55).Nel 1950 il Carli parlò per i quattro pannelli di alcune larghe ridipinture asportate, all'epoca, in un recente restauro.A sostenere per l'opera in esame, come per gli altri tre pannelli, la datazione tra il 1526 ed il 1527 intervengono due documenti di pagamento conservati presso l'Archivio di Siena relativi al primo pagamento per l'esecuzione dell'opera, datato 11 gennaio 1526 e un secondo del 27 maggio 1527.L'Agostinelli Tozzi nel 1951 attribuì una qualità piuttosto modesta all'opera, rispetto ai pannelli con la Madonna e San Bernardino, mentre il Carli nel la accomunò agli altri elementi in un giudizio di qualità piuttosto alta. Fu sempre il Carli (1979, p. 78, nota 61) a notare come la composizione appaia ripresa nella Pietà della Collezione Patrizi di Montoro a Roma, per la quale l'attribuzione al Sodoma non risulta certa. Si tratta, comunque, di un dipinto di ottima fattura e nel caso di un'ammissione dell'autografia, sicuramente da collocare in un periodo avanzato se non tardo della produzione dell'artista.La bibliografia essenziale relativa all'opera ed anteriore al 1950, così come viene citata dal Carli (1950) è: Bell'artisti senesi (Ms della Biblioteca Comunale di Siena), Tomo V, c. 701; G. Frizioni, L'Arte italiana del Rinascimento, Milano 1891, p. 164. H. Cust, Giovanni Antonio Bazzi, London 1906, pp. 183-184; 298-300; E. Jacobsen, Sodoma, und des Cinquecento in Siena, Strassburg 1910, p. 60; L. Gielly, Le Sodoma, Paris 1911, p. 131, nota
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900185957
  • NUMERO D'INVENTARIO OA/3509
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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