Madonna con Bambino e San Giovannino tra i Santi Antonio abate e Agata

pala d'altare, 1576 - 1576

Il dipinto si presenta come una tradizionale sacra conversazione, in uno spazio absidale chiuso ai lati da elementi architettonici, con santi che sfoggiano i loro attributi tradizionali, dal porco selvatico e dal bastone del "tau" del monaco eremita Antonio Abate, alle mammelle raccolte in una coppa della martire Agata, alla piccola croce del Battista fanciullo, antecedente della croce astile della maturità. Cifra caratteristica di questa opera giovanile del Roncalli, da datare al 1576, è la grazia e la morbida armonia e calibrata convivenza delle figure, all'interno di uno spazio neutro, interrotto unicamente dall'inserzione del trono della Vergine che emerge garbatamente dall'oscurità del fondo. Come affermato anche dal Carli che parla per questo dipinto di "una delle più felici e aggraziate creazioni di questo Maestro, sotto il prevalente influsso del Beccafumi" (1989, p. 57). Il Roncalli, infatti, era stato introdotto nell'ambiente senese dall'Agostini, rettore del Duomo, nel cui palazzo, oggi Sergardi Bindi, l'artista doveva affrescare un salone con storie mitologiche.In particolare, il volto di Agata richiamerebbe l'Annunciata di San Martino a Sartiano. Ed è caratteristico anche il san Giovannino paffuto e cordiale, che precorre i putti successivi del Roncalli e che richiam

  • OGGETTO pala d'altare
  • ATTRIBUZIONI Roncalli Cristoforo Detto Pomarancio (1552 Ca./ 1626)
  • LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esecuzione di quest'opera è da collocare nel soggiorno senese del Roncalli quando gli fu commissionata dal Rettore del Duomo il 27 luglio 1576, come riportato dettagliatamente da Chiappino Di Sorio, (1983, con bibliografia, p. 24): l'artista sottoscrive l'accordo con Ippolito Agostini Rettore del Duomo di Siena per la pala dell'altare di S. Antonio (il quarto a destra) e viene pagato per tale lavoro 420 scudi (cfr. A.Landi, 1655, ms Biblioteca di Siena; G. Baglione, ed. 1642, con postille di G. Bollori,p. 288). L'artista si impegna a consegnare il dipinto nel mese di ottobre, ma la pala è terminata solo nel mese di dicembre 1576 (Archivio dell'Opera Metropolitana di Siena, vol. 726, libro creditori e debitori, c. 69). Il saldo dei 420 scudi avvenne con l'ultima rata dell'11 febbraio 1577. Nel corso del 1671, a seguito di un restauro radicale voluto da Celio Piccolomini il dipinto fu trasportato nella sagrestia del duomo. Nel 1869 fu collocato definitivamente nel museo, istituito in quell'anno. Anche il Mancini ricorda la tavola come opera giovanile secondo lui eseguita a Siena, dove l'artista si sarebbe recato per studiare lo stile del Beccafumi. L'opera è citata anche in un manoscritto Chigi del 1625 e nel 1649 da Ugurgieri Azzolini (II p. 376) che aggiunge notizie a proposito di un Cristo resuscitato che sarebbe stato dipinto dal Casolani nel frontespizio dell'ornamento della tavola, riferendosi probabilmente alla figura inclusa nella parte terminale della complessa architettura della cornice lignea.L'opera, come testimoniato dal Carli, infatti, è attestata dallo studioso fin nella guida del 1946 (p. 19), collocata nel salone dove è custodita tuttora.Il Chiappino Di Sorio fa riferimento ad un restauro effettuato nel 1980 e che aveva riportato l'opera ad ottime condizioni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900185870
  • NUMERO D'INVENTARIO OA/3007
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Roncalli Cristoforo Detto Pomarancio (1552 Ca./ 1626)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1576 - 1576

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'