altare maggiore di Baratta Giovanni (primo quarto sec. XVIII)

altare maggiore, 1700 - 1724

La struttura dell'altare: l'altare, di tipo a blocco, ha pianta poligonale esi erige su di una predella a tre gradini; la mensa aggettante è sostenuta dadue stipiti e sovrastata da altrettanti gradi, il primo dei quali accoglie alsuo centro il ciborio. L'apparato decorativo dell'altare: nel punto medianodel paliotto, sullo sfondo di fitti raggi dorati, figura la croce trinitariaa bracci rosso e blu inscritta in una corona di nubi. Lungo la faccia anterioredi ciascuno stipite corre una voluta a terminazione foliacea cui si lega, tramitecordone, un tralcio floreale. Due analoghe volute si espandono in senso orizzontalelungo la faccia anteriore del secondo grado retrostante il ciborio. La strutturadell'arco onorario: l'altare è inglobato in un arco del tipo onorario rigorosamentespeculare nella sua composizione plastico - architettonica. Su ciascun fiancouno zoccolo sostiene due dadi sovrapposti, l'ultimo dei quali, ridotto per dimensionirispetto al primo, regge a sua volta lo stilobate e la base di una colonna afusto liscio e capitello composito; dietro di essa, sfalsate rispetto al pianodi appoggio e mutuamente addossate, stanno due paraste, di cui una soltantomunita di capitello, pure composito, nonchè una semicolonna identica alla colonnaper fattua. Al centro della zona inferior

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA Marmo
    marmo bardiglio
  • ATTRIBUZIONI Baratta Giovanni (1670/ 1747)
  • LOCALIZZAZIONE Livorno (LI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare risulta già commissionato dal fiorentino Francesco Terriesi a Giovanni Baratta nel 1711 (Libro degli Atti Capitolari, A, p. 178). mentre la conclusione dei lavori di stuccatura dell'altare, avvenuta nel 1713 ad opera di Giovanni Martino Portugallo (Idem, pp. 182 - 183), lascia supporre che a questa data l'intero complesso plastico - architettonico fosse ormai terminato. L'altare ha ricevuto scarsa considerazione dalla storiografia artistica, che in certi casi ha omesso di citarlo tra gli autografi del maestro carrarese, e in altri ha dedicato ad esso solo cenni rapidi, per concentrarsi subito sul gruppo plastico contenuto nel suo fornice. Soltanto di recente alcuni hanno tentato una sua descrizione più accurata (V. Cataldo, 1967, pp. 14 - 15; M. Barbano, 1970, p. 32, ID, s. d., p. 38) che, pure restando insufficiente per una piena comprensione delle tipologie compositive e strutturali adottate dall'autore, ha favorito in un caso (V. Cataldo, 1967, pp. 14 - 15) un nuovo approccio all'opera, di cui si è rilevato il forte effetto prospettico, e una siffatta osservazione acquista una valenza ancor maggiore se correlata ad un più ampio movimento culturale, quello "barocco" appunto, che spesso interpretò lo spazio e le invenzioni architettoniche in chiave scenografica. Proseguendo quindi nell'analisi dell'oggetto in questione, se ne ricavano preziosi indizi rivelatori delle diverse componenti proprie dello stile di Baratta: così l'arco onorario ad esso retrostante è in sintonia perfetta con la tendenza classicista pure presente nella sua produzione, la gloria terminale d'angeli evoca chiaramente dinamismi di memoria berniniana, mentre i particolari delle volute a foglie e fiori riflettono il suo gusto per un impiego dell'elemento naturalistico a fini di squisito abbellimento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900149909
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio retto da due angeli in volo - "GLORIA TIBI TRINITAS" -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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