Mazzocchio

disegno ca 1441 - ca 1460

Questo disegno è la riduzione geometrica a forma di solido di un mazzocchio disposto in scorcio. "Prendiamo un grosso anello a ciambella, di materia non dura, e tagliamola esattamente in trentadue parti: otterremo trentadue forme di cilindri irregolari. Indi sfaccettiamo la superficie tonda di ciascuno di questi pseudo-cilindri in sei, e avremo altrettanti poliedri, esagonali o ottagonali, irregolari. Riaccostiamo ora l'uno all'altro i trentadue pezzi nella posizione originaria e avremo" - secondo quanto spiega il Parronchi - "il mazzocchio sfaccettato"

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta a mano/ stilo a penna
  • ATTRIBUZIONI Paolo Uccello (1397/ 1475)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie degli Uffizi - Gabinetto dei disegni e delle stampe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
  • INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa forma deriva, stando a ciò che, almeno fin dai tempi del Vasari, viene ripetuto, dal cercine di vimini sul quale i fiorentini nel Quattrocento drappeggiavano i loro copricapo: i mazzocchi, appunto. Si sa che disegni di "mazzocchi", come il presente o come quello di cui alla scheda successiva, discendono dall'ingegno "sofistico e sottile" di Paolo Uccello, il quale, stando a quanto riferisce il Vasari, consumava il tempo in quei "ghiribizzi", nonché "bizzarrie". E non stupisce apprendere che poco piacevano a Donatello i "mazzocchi a punte e quadri tratti in prospettiva per diverse vedute, e palle a settantadue facce a punte di diamanti e in ogni faccia brucioli avvolti su per e' bastoni" al punto che lo scultore consigliava l'amico Paolo di lasciarli perdere come cose che non servono "se non a questi che fanno le tarsie". Un'affermazione che induce a supporre disegni del genere come una pratica abbastanza diffusa (cfr. Chastel, 1953; Degenhart-Schmitt, 1968) e insieme consiglia a non attribuire ipso facto simili prove sempre e soltanto a Paolo Uccello. Disegni analoghi a questi due mazzocchi degli Uffizi sono una sfera sfaccettata con punto ed un mazzocchio in prospettiva, ma realizzato come studio di corpo solido, leggermente ombreggiato e poggiante su un piano, entrambi conservati al Cabinet des Dessins del louvre (rispettivamente inv. 1969 e 1970). E' certo comunque che Paolo, come nessun altro artista, fece del mazzocchio un motivo ricorrente nei suoi dipinti: si pensi a quelli nell'affresco del Diluvio o nelle tavole della Battaglia di San Romano. Dei due che si conservano agli Uffizi questo potrebbe essere il foglio un tempo in possesso del Vasari il quale, fra i vari disegni di Paolo che diceva di possedere, contava "un mazzocchio tirato con linee sole, tanto bello che altro che la pazienza di un Paulo non l'avrebbe condotto"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900132971
  • NUMERO D'INVENTARIO inv Ferri 1756 A
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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