adorazione dei pastori
dipinto,
ca 1620 - ca 1620
Personaggi: Gesù Bambino; Madonna; San Giuseppe. Figure: pastori; angeli. Animali: agnello. Oggetti: giaciglio. Fenomeni divini: luce
- OGGETTO dipinto
-
MISURE
Altezza: 3.38 m
Larghezza: 1.98 m
-
ATTRIBUZIONI
Honthorst Gerrit Van Detto Gherardo Delle Notti (1590/ 1656): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Corridoio vasariano
- INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dipinto per l'altare della cappella Guicciardini nella chiesa di S. Felicita a Firenze (1617- 1620 ca.). Fu portato alla Galleria degli Uffizi nel 1836. Molto probabilmente la tela fu commissionata all'artista da Piero Guicciardini, ambasciatore a Roma del Granduca di Toscana, per la cappella di famiglia nella chiesa di S. Felicita a Firenze. Secondo il Richa (1761) ciò avvenne nel 1617, data generalmente accettata dalla critica: soltanto il Braun (1966) e il Nicolson (1979) la ritengono eseguita nel 1619-1620. Bisogna infatti tenere presente che la datazione più tarda di circa due anni proposta da Braun e Nicolson, verrebbe appoggiata dal fatto, affermato dal Paatz (1941, p. 64), che la ricostruzione della cappella (che forma anche la cappella maggiore della chiesa), acquistata dai Guicciardini nel 1605, fu affidata a Ludovico Cigoli, che la condusse a termine tra il 1610 e il 1620 (quest'ultima data è quella proposta anche dal Fantozzi, 1842, p. 620): è quindi probabile, che il quadro, fosse commissionato nel 1617, non sia stato finito prima del compimento della cappella. L'arrivo della tela a Firenze dovette avere un effetto determinante sull'acquisto da parte di Cosimo II de' Medici di ben quattro quadri dell'Honthorst, che egli riuscì ad avere grazie all'interessamento del Guicciardini: ciò sarebbe una prova ulteriore che il quadro dovette essere collocato sull'altare per il quale era destinato prima della morte del Granduca, avvenuta nel febbraio 1621. Il quadro rimase sull'altare della cappella Guicciardini fino al 1836, quando, in seguito alla pubblicazione elogiativa del Monti dell'anno precedente, fu richiesto per la Galleria degli Uffizi. Esso fu ceduto in cambio di una tavola di soggetto analogo allora attribuita a Santi di Tito (cfr. Fantozzi 1842), ma rivelatosi, al recente restauro, di mano di Lorenzo dello Scirrina. La Borea (1970) ipotizza che l'idea compositiva possa essere stata ispirata al pittore olandese dalla visione della tela di uguale soggetto dipinta circa dieci anni prima dal Rubens per lìoratorio dei Filippini a Firenze (Marche). Nel 1622 l'Honthorst ripetè il soggetto in una versione più piccola, oggi nel Wollrof-Richartz Museum di Colonia. Il Jud dà l'elenco delle copie
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900131445
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, n. 772
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1985
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2001
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0