Madonna in trono con Bambino, San Giovanni Battista, San Zeno
dipinto,
ca 1474 - ca 1486
Lorenzo Di Credi (1460 Ca./ 1537)
1460 ca./ 1537
La tavola è mancante della predella
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Lorenzo Di Credi (1460 Ca./ 1537)
Andrea Di Francesco Detto Andrea Del Verrocchio (1435/ 1488)
- LOCALIZZAZIONE Pistoia (PT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La pala d'altare fu allogata al Verrocchio dagli esecutori testamentari del Vescovo Donato de' Medici, morto il 16 dicembre 1474 e non nel 1466 come afferma Gigetta Dalli Regoli (1966; p. 111), o nel 1487 secondo il Passavant (1969, p 204). Non sappiamo precisamente quando la tavola fu commissionata, ma un documento del 1485, pubblicato dal Chiappelli e dal Chiti (1899; p. 41 e segg.) ci informa che a quella data l'opera era quasi terminata (cfr. Dalli Regoli, 1966; p. 111; Passavant, 1969; p. 204). In quel momento la bottega del Verrocchio era affidata proprio a Lorenzo di Credi dal momento che il titolare si trovava a Venezia per il monumento Colleoni. Fu probabilmente dopo la morte del Verrocchio, nel 1488, che esso fu forse portato a compimento (Padoa Rizzo; 1996; p. 69). Attribuita dal Vasari (1550, III, pp. 712-716) a Lorenzo di Credi; l'opera è rimasta concordemente riferita a questo maestro fino al Cavalcaselle (1886) che per primo ne osservò le reminescenze leonardesche e peruginesche. Con la pubblicazione del documento del 1485 la critica spostò invece l'attribuzione in favore del Verrocchio: della stessa opinione, ad esempio, il Morelli e il Chiappelli. Bernard Berenson (1909, pp. 131-133) segnalò, invece, l'influenza diretta del giovane Leonardo, iniziando così una complessa polemica attributiva. Valentiner (1930, pp. 25-30) ha proposto una larga autografia leonardesca "sfortunatamente" (a detta dello studioso) integrata in seguito dal Credi. Per il Passavant (1969; p. 204) la parte dipinta da Lorenzo di Credi sarebbe invece quella limitata al paesaggio di fondo, alla figura del Battista, al Gesù Bambino. Passavant si è occupato anche del problema concernente la predella della pala, oggi dispersa in vari musei e variamente attribuita alla bottega del Verrocchio, senza escludere, addirittura, sia un diretto intervento leonardesco che peruginesco (Passavant, 1969; pp. 226-227). In proposito alla predella Anna Padoa Rizzo (1996) ha anche avanzato l'ipotesi che, per motivi iconografici legati alla presenza di San Donato, non sia mai stata messa in opera. Il dibattito critico suscitato dalla paternità dell'opera è tuttavia riassumibile (cfr. Dalli Regoli, 1992; p. 52) in due posizioni distinte: l'una che tende "a raccogliere sotto il nome di Andrea sia sculture sia dipinti di varia impronta stilistica" (Passavant, Oberhuber, 1978), l'altra che privilegiando il ruolo di scultore di Verrocchio, tende ad ascrivere la pala pistoiese a Lorenzo di Credi (Berenson, 1933-34, Dalli Regoli, 1966; pp. 11-17: 110-114, 1984, pp. 213 e segg; 1992; p.52). Secondo le parole della Dalli Regoli l'opera è da considerarsi come il risultato di una elaborazione "di bottega" nel senso migliore del termine" secondo cui "il nucleo centrale di questa idea spetta dunque al fecondo ambito verrocchiesco-leonardesco" mentre il resto appartiene alla mano di Lorenzo di Credi. In proposito Dalli Regoli cita anche un documento (pubblicato in Covi, 1966, p. 103) del 1488 in cui si cita, in seguito ad un contenzioso economico successivo alla morte del Verrocchio, una "pala di nostra donna" che potrebbe anche identificarsi con la pala pistoiese. In occasione del restauro (1991-92) la riflettografia a infrarosso ha evidenziato, almeno nella testa del vescovo, una forza espressiva e significativi pentimenti che segnalano con tutta probabilità la sua autografia (Kemp, 1998; p.32), mentre la puntinatura per lo spolvero nella figura del bambino e numerosi "pentimenti" nell'immagine della Vergine secondo Anna Padoa Rizzo (1996) "non escludono alcuna possibilità nel campo delle fitte collaborazioni attuate come prassi nella bottega verrocchiesca", se non, a nostro parere, la partecipazione diretta del Verrocchio alla stesura pittorica del dipinto..ci sembra comunque evidente, per precisi dati stilistici, che appartengano a Lorenzo di Credi i due Santi laterali in toto; ma ci pare che, nel suo complesso, la tavola sia stata elaborata in forma definitiva da questo stesso artefice...rappresentandone uno dei massimi raggiungimenti"
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900123341
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1979
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI nel cartiglio del Battista - ECCE AG(NUS) DEI - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0