Madonna con Bambino in gloria
dipinto
ca 1512 - ca 1515
Allegri Antonio Detto Correggio (1489/ 1534)
1489/ 1534
Personaggi: Madonna; Gesù Bambino. Figure: angeli; cherubini. Paesaggi: nuvole. Oggetti: violino; strumento a corda
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 20 cm
Larghezza: 16.3 cm
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ATTRIBUZIONI
Allegri Antonio Detto Correggio (1489/ 1534)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
- INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Anna Maria Luisa, andando sposa nel 1691 all'Elettore Palatino Giovanni Guglielmo, portò a Dusseldorf una collezione di oggetti d'arte, che riportò poi a Firenze nel 1717 alla morte del marito (Kühn-Steinbousen, Chiarini). Questa "Madonna in Gloria" non è individuabile nell'inventario nell'eredità della Elettrice, ma date le sue piccole dimensioni è probabile che facesse parte di questo gruppo di opere, e ciò spiegherebbe anche il vuoto di notizie e documenti della prima metà del Settecento. Esposto nel 1798, venne collocato nella Sala dei Maestri Italiani, dove rimase fino alla metà del Novecento. Nel frattempo il Morelli ne aveva cambiato l'attribuzione. Da Tiziano in Correggio giovane: per questo motivo, nelle successive ristrutturazioni museali, il dipinto fu spostato nella sala XIV della "Scuola Lombarda, Ferrarese, Bolognese e Parmigiana", e di qui alla XVI, della "Scuola Lombarda ed Emiliana". La critica ottocentesca ne sottolinea soprattutto la minuziosa esecuzione tecnica ed i colori chiari e brillanti: queste caratteristiche, oltre alle ridotte dimensioni, hanno fatto sì che la tavoletta venisse a lungo considerata più che un vero e proprio quadro, un prezioso oggetto da collezione. Nel 1877 Crowe/Cavalcaselle esclusero decisamente il nome del Tiziano, ed il Morelli (1880) lo attribuì appunto al Correggio giovane, indicazione che venne subito accolta dalla critica successiva. Per quanto riguarda la datazione il Longhi lo assegna al primo decennio del sec. XVI, Bottari suggerisce un contatto con il Dosso che Correggio avrebbe potuto conoscere a Mantova. Analogie stilistico-compositive con il Garofalo nel moto ritmico dei putti, nella densità delle nuvole, nella positura studiata delle mani della Madonna. Il Venturi infine (1926) lo accosta al Boltraffio (angelo con il volto in ombra). Il monogramma sormontato della corona che si trova impresso spesso dietro i dipinti delle collezioni Granducali è databile alla fine del'600, mentre a nessuno degli inventari corrisponde il numero "2523" segnato dietro la tavola. È probabile che molte indicazioni si siano perdute alla fine dell'Ottocento, quando il quadro fu posto in una cornice intagliata e dorata che sostituì quella originale, "Liscia di legno nero" con cui il dipinto viene ricordato alla fine del Seicento. Nell'Archivio della Soprintendenza di Firenze risultano diverse richieste del XVIII secolo per copiare il dipinto
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900122037
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 1329
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 1978
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2024
2006
2015
- ISCRIZIONI sul retro - 2523 (nero) - numeri arabi - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0