vaso - ambito peruviano (XIII-XV)

vaso, 1201 - 1500

Vaso doppio "fischiatore" molto deteriorato composto da due fiaschette lenticolari a fondo piatto. Il primo corpo, sub-globulare a base piana, anteriore e chiuso, raffigura un personaggio con copricapo a due punte e braccia a bassorilievo. Sul verso decorazione a bassorilievo su due registri su fondo a "pelle d'oca": in quello inferiore teste di razze; in quello superiore animali fantastici con una lingua lunga. Sul retro decorazione a "pelle d'oca". Il secondo corpo, sub-globulare a base piana e collo cilindrico verticale, è decorato sul verso a "pelle d'oca" e sul retro con la raffigurazione di un pesce a bassorilievo su campo a "pelle d'oca". Sul retro dei recipienti una grande stella a cinque punte. I due corpi sono collegati superiormente da un'ansa a ponte, probabilmente a nastro. Le due fiaschette sono state ottenute con stampi verticali distinti. Colore nero tipo bucchero

  • OGGETTO vaso
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ modellatura
  • MISURE Altezza: 19 cm
    Lunghezza: 23 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Peruviano
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Chimù
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Anatomia Umana "Filippo Civinini"
  • LOCALIZZAZIONE Scuola Medica
  • INDIRIZZO Via Roma, 55, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Museo di Anatomia Umana "Filippo Civinini" conserva un'importante collezione di reperti archeologici provenienti dal Sud America. Nello specifico questa collezione precolombiana, pervenuta al Museo tra il 1860 ed il 1870, fu raccolta in Perù grazie agli scavi effettuati da Carlo Regnoli(1838-1873), medico e studioso dell’Università di Pisa. La collezione precolombiana vanta 121 vasi delle culture preincaiche Chimù e Chancay, risalenti ad un periodo compreso fra il XII ed il XVI secolo. Sui vasi è possibile notare raffigurazioni antropomorfe, zoomorfe o fitomorfe. Nello specifico il vaso preso in considerazione appartiene alla cultura Chimù. I Chimù realizzavano le terracotte utilizzando l'argilla proveniente dalle terrazze fluviali o dalle rive degli stagni. L'impasto veniva ottenuto aggiungendo all'argilla sostanze sgrassanti come sabbia, conchiglie tritate, materiale organico o argilla macinata. Questo serviva per ridurre la vischiosità del composto. La tecnica di formatura dei vasi più diffusa era quella a stampo che permetteva la realizzazione di forme plastiche anche molto elaborate in tempi relativamente brevi. La maggior parte dei vasi veniva prodotta con stampi bivalvi di terracotta, plasmati su prototipi ceramici o, quando era possibile, su forme esistenti in natura come zucche, pannocchie di mais e vari tipi di frutta. I vasi con un'ansa a staffa e uno stretto collo cilindrico, uno fra i tipi più comuni nella ceramica Chimù, venivano realizzati sia con un unico stampo verticale che con due stampi verticali distinti, uno per il corpo e l'altro per l'ansa e il collo. Spesso, però, il collo veniva modellato e applicato successivamente sul corpo principale. Analogamente alcuni elementi plastici, come figurine zoomorfe o geometriche, potevano costituire un tutt'uno con lo stampo del vaso, oppure essere fabbricate separatamente. La tecnica a stampo permetteva di ottenere anche decorazioni costituite da motivi a rilievo impressi sulle pareti del vaso. Il colore nero, simile al bucchero, che caratterizza la maggior parte della ceramica Chimù, veniva ottenuto cuocendo i vasi in un ambiente povero di ossigeno. In questo modo veniva conferito alla ceramica un colore nero lucente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900113452
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Università di Pisa
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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