storie della passione di Cristo

croce dipinta, 1150 - 1174
Maestro Della Croce Di San Frediano (attribuito)
notizie seconda metà sec. XII

Il restauro del 1960-72 ha riportato in luce la superficie pittorica composta di due strati successivi, risalenti entrambi al XII secolo. Appartiene al più antico il volto del Cristo, mentre le scene nel tabellone e nella cimasa, nonché le due figure nei laterali, risalgono alla seconda stesura di colore; in alcune zone sono stati tuttavia praticati saggi sullo strato precedente. Cristo è rappresentato vivo (Cristo triumphans), con gli occhi aperti rivolti all'osservatore e la testa leggermente inclinata verso sinistra, vestito del solo perizoma. Nella terminazione del braccio verticale sono visibili entrambi gli strati recanti l'iscrizione. Nella cimasa è rappresentata la Pentecoste, mentre i laterali sono occupati dalle figure di David (sulla sinistra) e Isaia (sulla destra). Nel tabellone sono dislocate sei scene relative al ciclo della Passione. Nelle tabelle (da sin. a ds. e dall'alto in basso) agonia nell'orto e Pilato che si lava le mani; Salita al calvario e Resurrezione; Apparizione di Cristo sul mare di Galilea; Incredulità di S. Tommaso. Nella cimasa Pentecoste. Nell'estremità dei bracci laterali i profeti David e Isaia

  • OGGETTO croce dipinta
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Croce Di San Frediano (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, probabilmente collocata già in origine in San Frediano, fu oggetto di ridipinture già sul declinare del secolo XII e in epoche successive. A partire dal secolo XV fu oggetto di pubblica venerazione come immagine miracolosa, secondo la testimonianza di una concessione di indulgenze redatta nel 1486. Nel secolo XVI, come apprendiamo dallo storico Jacopo Arrosti, il dipinto era abitualmente coperto da un panno e veniva mostrato ai fedeli la prima domenica di ogni mese e in occasione delle festività della Santa Croce (5 maggio e 14 settembre). Agli inizi del Seicento la famiglia Venerosi Pesciolini promosse l'edificazione di una cappella, dedicata alla Santa Croce, annessa alla prima campata della navata destra, in cui fu esposta la sacra immagine; attualmente è collocata nell'antistante cappella nella navata sinistra. Il coinvolgimento nel culto pubblico comportò frequenti manomissioni e ridipinture della superficie pittorica nelle diverse epoche, fino al 1927 quando si ebbe un intervento di D. Fiscali mirato al consolidamento della tavola e del colore e alla rimozione della cornice barocca. Tra il 1960 e il 1972 l'opera fu sottoposta a un ben più lungo restauro (N. Carusi) che portò alla discussa rimozione, con le ridipinture più recenti, anche di parti degli strati di pittura appartenenti alla fine del secolo XII. Si deve al Da Morrona la prima attenzione critica dell'opera, datata al sec. XI ed anteriore a Giunta. Da allora la letteratura locale non mancherà di ricordarla, riproponendo le ipotesi del da Morrona. Anche il Rosini non dimenticherà di citarla, assegnandola genericamente a "maniera greco-italica". Il problema della datazione e dell'attribuzione è moderno e forse ancora non è del tutto chiarito. Per il Siren è da inserirsi nel corpus dell'ipotetico Maestro Tedice, e quindi databile alla prima metà del sec. XIII, datazione leggermente arretrata dal Van Marle che collega questa croce a quella di Sarzana. Ancora spostata indietro la datazione (fine sec.XII, inizi XIII) che la pone accanto alle croci di Rosano e dell'Accademia, pur evitando di ritenerle di uno stesso maestro. Addirittura alla fine del secolo XI è assegnata dal Lazareff. Ma la datazione alla seconda metà o alla fine del sec. XII sembra la più accettata, vi concordano il Coletti, la Marcucci infine la Bertolini Campetti che riassume lucidamente il problema cronologico attributivo, proponendo, come già il Ragghianti, di ipotizzare la figura di un autore specifico, chiamandolo Maestro della Croce di S. Frediano. Buona parte degli studiosi sottolinea in quest'opera il legame con la corrente classicistica di matrice umbro-romana dei secoli XI-XII, soprattutto nella seconda stesura; il primo strato sembra essere in rapporto con opere di ambito bizantino e crociato della metà del secolo XII, secondo una tendenza che si ravvisa a Pisa anche in opere miniate come la Bibbia di Calci (1168). L'affinità del primo strato con opere di ambito orientale è posta in evidenza soprattutto dalla resa del volto di Cristo, soprattutto per l'impiego delle sottolineature e sfumature in rosso per enfatizzare le guance, il naso, le palpebre ed altri dettagli anatomici. Punti di contatto possono essere individuati con altre opere del secolo XII, in particolare con la croce di Santa Cristina, oggi a Siena
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900104854
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2001
    2006
  • ISCRIZIONI sotto la cimasa - I (E) HS (US) NAZAREN (US) / REX IUDEO (RUM) // - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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