Cristo crocifisso tra i Santi Caterina d'Alessandria e Giulio
dipinto,
Reni Guido (1575/ 1642)
1575/ 1642
A sinistra in ginocchio, rivolta verso il Crocifisso, è Santa Caterina d'Alessandria con manto viola-lilla e interno verde, poggiata alla ruota con il braccio destro, mentre con la mano regge la palma del martirio. A destra è San Giulio in piedi abbigliato in rosa e azzurro con lo sguardo rivolto verso lo spettatore. Al centro sulla croce è il Cristo con i fianchi cinti di un perizoma giallo, stagliato contro il cielo grigio
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Reni Guido (1575/ 1642)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
- LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1953 la Belli (Belli 1953, pp. 130 e 252) rendeva noto che nelle carte di Santa Maria Corteorlandini era notizia di un pagamento di 132 scudi corrisposto a Guido Reni nel 1623 per l'esecuzione del Crocifisso tra i Santi Caterina e Giulio. Nella sua esaustiva analisi della tela, Evelina Borea (1975, p. 138) riferiva di non aver trovato traccia della documentazione mentre nel resoconto della visita canonica effettuata dal Rettore generale dell'ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, Giuseppe Matraia, il 16 maggio del 1622 risulta già esistere l'altare del Crocifisso con cappellania appena istituita e dedicata ai Santi Caterina e Giulio che in effetti compaiono nel dipinto del Reni. I due dedicatari erano Giulio e Cesare Franciotti. Nello stesso periodo il pittore dovette fornire anche la pala con la Madonna della Neve e le Sante Lucia e Maddalena, già collocato sull'altare della testata sinistra di Santa Maria Corteorlandini e che dopo la rimozione voluta dal duca Carlo Ludovico di Borbone negli anni trenta dell'Ottocento, a differenza della Crocifissione, finì a Londra da dove è pervenuta agli Uffizi. Mentre Edi Baccheschi (1971, p. 116) e Stephen Pepper (1988, p. 345) tendono a riconoscere nella Crocifissione il largo intervento della scuola del Reni, la Meloni ritiene la tela significativa del "momento di classicismo più filtrato e meditato, e già quasi sulla via dei capolavori diafani e argentei" degli ultimi anni di Guido (Meloni 1968, p. 112). Il Ciardi poi, senza avanzare alcuna riserva sulla totale autografia dei due dipinti compagni vi rileva una "raffinatissima, ma iperidealizzante glaciazione" delle forme (Ciardi 1994, p. 21). La figura del Cristo sulla croce è sovrapponibile, se non per il diverso panneggio del perizoma, a quello presente nella Crocifissione eseguita dal Reni per la Chiesa dei Cappucccini del Monte Calvario e oggi nella Pinacoteca di Bologna, che consacrò un modello iconografico di enorme fortuna. Analogamente accanto al Cristo crocifisso, il cui corpo cereo si staglia contro un cielo cupo di tempesta, colto nell'atto di alzare gli occhi al cielo verso il Padre ed esalare l'ultimo respiro, sono presenti pochi personaggi che esprimono un dolore contenuto e silente spingendo chi guarda verso sentimenti di pietà e commozione. La Crocifissione, insieme alla tela compagna con la Madonna della Neve, oggi presenti in copia sui rispettivi altari in Santa Maria Corteorlandini, costituirono un fondamentale punto di riferimento per la scuola pittorica lucchese del Seicento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900067690
- NUMERO D'INVENTARIO II/10
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0