Santi

dipinto, 1669 - 1669

La tela presenta un'apertura centrale dove originariamente era collocata una tavola quattrocentesca, oggi conservata al Museo di Villa Guinigi, rappresentante San Vincenzo Ferrer. A sinistra è Sant'Antonino, vescovo di Firenze, che indossa la mitra e l' abito bianco e nero degli agostiniani, mentre un angelo sorregge il suo pastorale e a destra il domenicano San Pietro Martire, in veste bianca e nera, un pugnale nel petto e una profonda ferita sul capo, con lo sguardo rivolto verso l'alto dove volano alcuni angeli. Al centro in primo piano è un angelo che regge un cartiglio con l'iscrizione CREDO IN DEUM

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ferrucci Giovanni Domenico (1619/ Post 1669)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Romano
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1637 Giovanni Carminati ricevette in benefizio l'altare di San Vincenzo Ferrer, il secondo lungo la parete destra, nella chiesa di San Romano ed in seguito provvide ad ornarlo di marmi e "vi fece dipingere il quadro" (BSL, Ms. 3044, c. 209), da identificare verosimilmente nella tela a tabernacolo con i Santi Antonino e Pietro Martire che in origine incorniciava una tavola quattrocentesc con San Vincenzo Ferrer, oggi a Villa Guinigi. La lettura della firma e della data lasciate dal pittore sotto il coltello che ha ferito mortalmente San Pietro Martire ha consentito di assegnare al Ferrucci con l'esatta collocazione al 1669 il dipinto, che fino a pochi anni or sono era privo di una paternità o inspiegabilmente screditato con la qualifica di mediocre, con l'eccezione di Tommaso Francesco Bernardi che la ricorda con il corretto riferimento al fiesolano (Lucca, Biblioteca Statale, Ms. 3299, 13, c. 19 v.). L'intensa sensibilità per gli effetti della luce che crea rifrazioni metalliche sulla mitra di Sant'Antonino, sulle ali e sui capelli degli angeli e che colpendo gli incarnati dalle tonalità olivastre ed i tessuti sottolinea la potente volumetria delle figure, trova un riscontro stringente nella Visione di San Filippo Benizi eseguito per Santa Maria dei Servi nel 1668. Mentre le figure dei santi, animate da un intenso afflato sentimentale e avvolte in panneggi ariosamente dilatati nell'atmosfera, sembrano indicare l'influenza del Dolci, gli intensi passaggi luministici e la qualità tattile delle superfici - si osservi l'efficace trompe-l'oeil delle braccia e delle gambe degli angeli che si sovrappongono alla cornice dorata - mostrano il durevole ascendente esercitato sul Ferrucci da Cesare Dandini, già suo maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900050078
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1999
    2000
    2006
  • ISCRIZIONI Sul cartiglio - CREDO IN DEUM - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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