Cristo pantocratore con tetramorfo tra Madonna e San Giovanni Battista

dipinto,
Vanni Turino (cerchia)
1349 ca./ 1438

L'affresco è dominato dalla figura frontale del Cristo Pantocrator, benedicente ed assiso su di un trono di nubi. Ai suoi lati è rappresentato il tetramorfo: i simboli degli evangelisti, disposti su due registri alla sua sinistra ed alla sua destra, sono accompagnati da un cartiglio identificativo che ne riporta il nome in caratteri gotici. Più all'esterno, sono raffigurati la Vergine con le mani giunte e San Giovanni Battista che con l'indice indica il protagonista della composizione. Fra le vesti dei personaggi si ravvisa una sensibile corrispondenza cromatica: il Pantocrator indossa una veste verde ed un manto rosaceo, la veste di Maria è rosacea e verde all'interno, mentre il San Giovanni indossa la consueta pelle, ricoperta da un manto rossastro. L'aureola del Pantocratore, oltre ad esser cruciforme è arricchita da un'ingenua decorazione che ricorre in termini simili nel manto di Maria

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Vanni Turino (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Pietrasanta (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fatta eccezione per la succinta scheda della Soprintendenza che ne riferisce una datazione al XIV secolo e ne fornisce una stringata descrizione, l'affresco è stato oggetto esclusivamente di un'analisi tecnica in occasione del restauro della metà degli anni Ottanta. Fra le pubblicazioni locali è preso in considerazione soltanto dal Mazzei che lo riferisce alla seconda metà del XIV secolo senza pronunciarsi a proposito dell'autore. Il riferimento più plausibile, a giudizio di chi scrive, è quello suggerito da un'osservazione di Andrea de Marchi (1998): la decorazione insieme a quella del catino absidale della Pieve dei Santi Giovanni e Felicita a Valdicastello, dovrebbe infatti spettare ad uno stretto seguace del pittore pisano Turino Vanni. Si tratta di un episodio di conservatorismo ormai all'alba del nuovo secolo, quando la pittura lucchese, vivificata invece dall'apporto di Spinello aretino, stava per aprirsi alla ventata del gotico internazionale col soggiorno di Gherardo Starnina, da poco tornato dalla Spagna. Che l'affresco di Vallecchia rientri nel linguaggio del pittore pisano, attivo addirittura fino alla metà del XV secolo ed a capo di una prolifica bottega, lo dimostrano alcuni tratti tipici come la scarsa finezza dei lineamenti dei personaggi con gli occhi ribaditi da una grossa linea di contorno e con le caratteristiche 'rughe d'espressione', la rusticità dei tratti somatici e degli arti (si vedano i tozzi piedi del San Giovanni Battista) ed anche una certa ingenuità narrativa che spinge a scelte come la resa pettinata e quasi terminante in un orlo composto, della tunica di pelle (generalmente irsuta e selvaggia) del San Giovanni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900027812
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • ISCRIZIONI sul libro retto dal Pantocratore - EGO SUM LUX MUNDI AVE// - caratteri gotici - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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