San Francesco d'Assisi riceve le stimmate

dipinto 1343 - 1343
Giotto (bottega)
1266 ca./ 1337

Soggetti sacri. Personaggi: San Francesco d'Assisi; Cristo. Ecclesiastici: frate Elia. Animali: uccello; orso; lepre. Oggetti: libro. Abbigliamento religioso: saio. Paesaggi: rocce; eremo della Verna. Elementi architettonici: casetta

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 300
    Lunghezza: 250
  • ATTRIBUZIONI Scannabecchi Lippo Di Dalmasio (ante 1377/ 1410): esecutore
    Giotto (bottega)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Puccio Capanna
  • LOCALIZZAZIONE Pistoia (PT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione pittorica della cappella doveva essere compiuta nel 1343, data di una lapide ivi fatta apporre da Bernardino di Conte dei Ciantori, e che tra i molti meriti del mercante pistoiese verso la Chiesa di S. Francesco, ricorda anche l'esecuzione di pitture del coro. Una prima analisi degli affreschi è nel Sirèn che, notando come essi siano una fedele riproduzione delle Storie di San Francesco dipinte da Giotto ad Assisi, propone di riconoscervi l'artista giottesco autore delle Allegorie e delle Storie di Cristo e della Vergine nella Chiesa Inferiore di Assisi. Anche per il Van Marle gli affreschi sono di un discepolo di Giotto, con qualche ricordo di arte senese. Il Chiappelli, riallacciandosi al Vasari che ricorda l'attività di Puccio Capanna nel coro di San Francesco a Pistoia e traendone convalida da alcune memorie del convento, che narravano come Puccio avesse iniziato la decorazione pittoriche del coro, lasciando poi ad altri, per sopravvenuta malattia, l'incarico di continuare, attribuisce a Puccio parte degli affreschi. Già il Thode d'altronde aveva distinto due mani nella cappella, il continuatore di Puccio, che dovette ereditarne i disegni giotteschi, è aspro e rude: il Chiappelli, lo riconosce nelle Storie del primo ordine e in alcuni busti più deboli dell'intradosso e dei pilastri. Il Toesca, limitandosi a rilevare la dipendenza degli affreschi di Pistoia da quelli di Giotto ad Assisi, li definisce di pittore "assai secondario". Per primo l'Offner, dandone comunicazione verbale al Longhi, ha pensato di riunire gli affreschi di Pistoia alle Storie di San Gregorio nella cappella Bardi in S. Maria Novella a Firenze; da parte sua il Longhi, che attribuisce a Dalmasio bolognese gli affreschi fiorentini, ha proposto lo stesso autore per la cappella di S. Francesco a Pistoia, dal momento poi che la presenza del pittore bolognese a Pistoia è documentata nel 1365. Prendendo le mosse dalle attribuzioni longhiane, recentemente ribadite anche dal Bellosi, il Mellini ha tentato una ricostruzione dell'attività di Dalmasio, di cui gli affreschi di Pistoia costituirebbero la testimonianza più antica, precedente di una decina d'anni gli affreschi in S. Maria Novella. Il Mellini dichiara che negli affreschi pistoiesi Dalmasio si rivela artista "di qualità primaria... il cui linguaggio sembra formato sulla falsariga solenne e monumentale dei riminesi, rianimata da una sensibilità più moderna e da una coscienza storica che attinge anche direttamente alle fonti giottesche assisiate, pur avendo il senso della differenza dei tempi...". Il Mellini nota nell'affresco la contaminazione di due scene assisiati, d'analogo tema, di Giotto e Pietro Lorenzetti. La variante di Frate Elia che si volge a curiosare costituisce una naturalizzazione della storia rispetto ai modelli, mentre dall'altro lato il viso "agusto e pettolo" ha sulle labbra un sorrico arcaico che rivela le arie di Pietro da Rimni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900019724A-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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