Santi, colomba dello Spirito Santo, agnello apocalittico

mitria, 1456 - 1456

due infule con pendenti e due placchette figurate, dodici formelle quadrilobe figurate, due formelle triangolari figurate

  • OGGETTO mitria
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ sbalzo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Toscana
  • LOCALIZZAZIONE Fiesole (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La mitria, che costituisce uno dei più significativi oggetti di oreficeria quattrocentesca in ambito fiorentino, ha subito vari rimaneggiamenti, in uno dei quali le formelle sono state rimontate in un ordine diverso rispetto a quello originale: infatti l'arcangelo Gabriele e la Madonna, che dovrebbero stare allineate sullo stesso piano, si trovano sovrapposte. Inoltre da un documento del 1572 sappiamo che la mitria era ornata anche da perle, che sono però scomparse. La spiegazione di questa comparsa, e forse della periodica necessità di restaurare la mitria, è riconoscibile nella tradizione, ricordata dal Bargilli, di recare il paramento sacro presso gli ammalati: infatti si pensava che la mitria, che stava sopra il capo del reliquiario a busto di San Romolo, avesse proprietà taumaturgiche. A causa dell'usura dovuta ad una tale pratica, il capitolo della cattedrale nella metà del XVIII secolo fu costretto a metter fine a questa tradizione (Bargilli). Nello stesso periodo, secondo la Liscia, furono applicate le cornici a volute e racemi ed il bocciolo che si trova sui due corni. Poiché la mitria reca l'arme del vescovo Leonardo Salutati, che resse la diocesi di Fiesole dal 1456 al 1466, si è pensato che fosse stata realizzata nel corso di quel decennio, ma Dora Liscia avanza seri dubbi in proposito. Infatti osserva come le placchette siano ancora stilisticam nte legate a modi gotici, e la elevata qualità dell'anonimo orafo che le ha realizzate rende difficile considerarlo uno di quei molti maestri, provinciali ed attardati, che per tutto il corso del XV secolo continuarono a ripetere modi tardo gotici, e che ad un arcaismo di tipo stilistico si unisce anche una rozzezza tecnica. In conseguenza di queste considerazioni la Liscia delinea il nostro orafo come una figura di rilievo nell'ambito della corrente 'tardogotica' fiorentina e vicino ai modi di Bicci di Lorenzo, tanto da poterlo ritenere come un autore attivo proprio nella bottega di quel pittore. La stessa Liscia, infine, notando che le formelle mostrano differenze stilistiche fra di loro, tanto da far pensare che si tratti di elementi non omogenei provenienti dalla scomposizione di un altro arredo precedente, ipotizza che siano stati riutilizzati, su volere del vescovo Leonardo Salutati, per comporre la mitria attuale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900019368-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1989
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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