Amore-Attis. putto alato
statua
ca 1435 - ca 1440
Bardi Donato Detto Donatello (1386 Ca./ 1466)
1386 ca./ 1466
n.p
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione a cera persa/ cesellatura/ doratura/ patinatura
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MISURE
Altezza: 103 cm
Larghezza: 55 cm
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ATTRIBUZIONI
Bardi Donato Detto Donatello (1386 Ca./ 1466)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è rammentata per la prima volta dal Vasari in casa di Agnolo Doni, con l'esatta attribuzione a Donatello e una identificazione con Mercurio fanciullo: viene infatti descritta come "un Mercurio di metallo di Donato, alto un braccio e mezzo, tutto tondo e vestito in un certo modo bizzarro". Ricordato successivamente dal Cinelli nel 1677, sempre in casa Doni, il bronzo veniva ritenuto un’opera antica. Nel Seicento la statua è riconoscibile in quella descritta negli inventari del Palazzo Doni in corso dei Tintori, collocata in salotto sopra il camino e identificata stranamente con Lucifero (Caglioti in Il Ritorno d’Amore); uno dei suoi proprietari seicenteschi, il colto Giovanni Battista Doni, rimase incuriosito dalla strana iconografia del putto e richiese pareri a letterati e antiquari romani, tra i quali Luca Holstenio e Giovan Pietro Bellori. Per la prima volta emerse così l'accostamento con la figura di Attis. Nel XVIII secolo l'allora proprietario, Pietro Bono Doni, decise di vendere la statua che fu acquistata per 600 scudi dalle Gallerie fiorentine e venne esposta agli Uffizi il 25 giugno 1778. Si pose il problema di datare, attribuire e identificare l'opera conosciuta come "Idolo antico"; il Pelli Bencivenni ne diffuse un disegno fra i maggiori studiosi (disegno realizzato da Francesco Marchissi). Il Lanzi, il quale all'epoca soggiornava a Roma, si consultò con vari esperti, fra cui Ennio Quirino Visconti e il Maffei, giungendo dapprima alla conclusione che si trattasse di un'opera antica, una divinità panica, forse Bacco. Successivamente modificò il suo parere orientandosi verso una datazione moderna, per approdare infine ad accogliere l'attribuzione vasariana a Donatello (1782). Tale attribuzione è stata accolta dalla quasi unanimità della critica successiva ed il bronzo è stato datato fra il 1435 e il 1440 per l'affinità con le opere di questi anni, influenzate fortemente dalla conoscenza della scultura antica approfondita nel viaggio romano conclusosi nel 1433. Francesco Caglioti (Il Ritorno d’Amore) circoscrive la datazione al 1436-1438 per confronti stringenti con gli Spiritelli per la cantoria di Luca (ora al Museo Jacquemart André). Il problema più discusso è stato quello dell'identificazione. Ricordiamo alcune delle più significative interpretazioni: Cupido o Mercurio (Muntz); Attys, date le relazioni iconografiche con una statua antica del Louvre (Meier); un faunetto (Venturi). L'identificazione con Attys, figlio di Cibele, è accolta favorevolmente per le analogie iconografiche con la rappresentazione tipica di questa figura (in particolare le lunghe brache che lasciano il sesso scoperto) anche da Beatrice Paolozzi Strozzi (Ritorno Amore). La studiosa tuttavia non scarta l'ipotesi che lo spiritello, figura per metà angelica e per metà demoniaca, racchiuda altri significati. Le capsule di papavero, simbolo del sonno, ma anche figura araldica della famiglia Bartolini Salimbeni, hanno fatto supporre come possibile la committenza da parte di questa famiglia, che tuttavia rimane da definire. Caglioti nota che sicuramente la statua non poté essere commissionata dalla famiglia Doni, che le fonti conosciute indicano come la più antica proprietaria: questo perché all'epoca la famiglia non aveva le possibilità finanziarie per una commissione di così alto livello. Non sappiamo tuttavia come la scultura sia giunta nelle mani dei Doni. Recentemente (2001-2005) è stata sottoposta ad un meticoloso restauro che ha riportato in luce la patinatura antica, le diverse cromie (nelle ali rispetto al corpo) e le lumeggiature in oro. Nel catalogo della recentissima mostra dedicata al maestro, la datazione dell'opera è stata fissata agli anni 1435-1440 circa (cfr. Rowley in Donatello. Il Rinascimento 2022)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900006743
- NUMERO D'INVENTARIO Bargello Bronzi 448
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ISCRIZIONI a tergo, nel fondo schiena - L(---) DONI - lettere capitali - a sgraffio -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0