cartiglio tecnico

stampa ca 1705 - ca 1706

Mappamondo in due emisferi di Frederick de Wit

  • OGGETTO stampa
  • MATERIA E TECNICA carta/ stampa calcografica/ acquaforte su rame
    tela/ colla
  • MISURE Altezza: 1640 mm
    Larghezza: 2330 mm
  • ATTRIBUZIONI De Wit Frederick (cerchia): incisore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Poggi
  • INDIRIZZO Via Zamboni 33, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le stanze dedicate alla Geografia e alla Nautica del Museo di Palazzo Poggicomprendono 22 carte murali da parete, circoscrivibili ai secoli d'oro dellacartografia europea, in particolar modo olandese, il XVII ed il XVIII. Tra questi benisi conserva anche il Mappamondo a due emisferi di Frederick de Wit, stampato ad Amsterdamtra il 1705 ed il 1706 circa e composto da dodici tavole unite e incollate sutela.L'allestimento odierno ripropone la collezione della Camera della Geografia e dellaNautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad unadonazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella qualeconfluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascellie navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto all'atto dellafondazione nel 1711).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferitiall'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complessoarchitettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, vennespostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino allasistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.Dal 2000, anno di apertura del museo, le carte sono ritornate alla loro sedeoriginaria, a Palazzo Poggi.Il bene è registrato negli inventari d'istituto del 1744, del 1776, inoltre in quello del 1843 appartenente al Gabinetto astronomico dell'Università pontificia, redatto da Gaetano Ceschi.Gli olandesi furono i primi, nel corso del XVII secolo, ad intraprendere laconsuetudine di appendere carte di grandi dimensioni alle pareti, costume che inseguito trovò diffusione nell'intera Europa. Stampate in più fogli e colorate a mano,le carte venivano montate su tela, dotate dei supporti per il sostegno a muro edesposte nelle case.Grande fortuna ebbero le rappresentazioni del globo terrestre diviso in due emisferi a partire dal Cinquecento: questa nuova tecnica evidenziava la definitiva scomparsa della concezione millenaria di un’unica ecumene e consacrava la nozione ormai accettata, dell’esistenza di due masse di terra abitate. I mappamondi di Plancius, di Hondius e soprattutto di Blaeu, sono da ricordare tra i più significativi e copiati esempi di arte cartografica. Il prototipo da cui deriva il mappamondo in esame è il medesimo a cui si rifecero per molti anni i maggiori cartografi europei, ovvero la grande carta del mondo edita in 21 fogli da Joan Blaeu nel 1648, rivista successivamente nel 1659 (nel testo di Kees Zandvliet, "Mapping for Money", è pubblicata la riproduzione del mappamondo dei Blaeu, dimensioni mm 2050x2990).Nel 1660 Frederick de Wit pubblicò una prima edizione del mappamondo in due emisferi ispirato a quello di Blaeu; in seguito, nel 1663, i fogli che costituivano la carta di de Wit vennero utilizzati nel grande atlante donato all'elettore di Brandeburgo dal principe Maurice de Nassau.Successivamente, tra il 1705 ed il 1706, una nuova edizione della medesima carta venne presentata all'imperatore Giuseppe I d'Asburgo, salito al potere nello stesso 1705.Il mappamondo in esame, con la dedicazione al sovrano, è da ricondursi certamente a quell'occasione.Se la rappresentazione geografica deriva dalla carta del mondo dei Blaeu, la cornice che la circonda è da considerarsi prodotto autonomo dei de Wit: ricchissima nelle decorazioni, risulta un sapiente assemblaggio di scene allegoriche e mitologiche con elementi astronomici. I cartigli tecnici presenti nelle carte dei de Wit, riguardanti il metodo di calcolo della distanza fra due punti tramite i triangoli sferici, già nel corso del XVII secolo, entrarono a far parte del repertorio utilizzato dai cartografi olandesi. Nel cartiglio esaminato si fa riferimento, inoltre, all’astrolabio, antico strumento astronomico tramite il quale è possibile localizzare o calcolare la posizione di corpi celesti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800691806-4
  • NUMERO D'INVENTARIO MPPCG017
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2023
  • ISCRIZIONI metà inferiore del cartiglio - DISTANTIAE LOCORUM MENSURANDAE MODUS. Duplici distantiarum mentierandum via Lectori praeibimus: quarum prior Astrolabii Cattolici beneficio, cuius formam ipsa etiam mappa, quam contractori hac figura exprimus, refert altera substensarum adminiculo, hoc negotium absolvit. Et, ne multis verborum involucris rudiores moremur, exemplo rem declarabimus. Sunto ergo Amsteladamum & Costantinopolis arbes, quorum intervallum milliaribus Germanicis aut aliis sit indagandum Amsteladamum quiden meridiano 22 parallelo vero 52 ½ subjacet, Bizantium autem in meridiani 52 cum 43 Septentrionem versus paralleli, concursu situm est Minor ergo latitudo 43 grad ab aequatoris termino E versus P polum supputetur, finiens in C. ab aequatore porro ab E termino versus centrum B, numeranda est longitudinum propositorum locorum differentia, quae est 29 grad numerationis termino incidente in G indeque sursum, in eodem meridiano, sumatur majior latitudo, qui((.)) hic cadet in A. Iam porrò, Regula quae centro B.affigitur and C applicata brachioli p((…..)), hunc usui destinati extremitas applicetur puncto A ; eouque((..)) variato regulam adjunges polo P: ac tum brachioli extremitas in D, locorum distantiam in gradibus a polo deorsum ad D numerandis, intercipiet quae hic est grad ((..)) 30 ; quibus in 15 aut 17 ductis, locorum intervallum in miliaribus Germanicis aut Hispanicis habebis : Not((…)) dum autem, si locorum altera Austrinam latitudinem habuisset, eam etiam (caeteris invariatis) deorsum versus oppositum Polum nunc: randum fuisse - lettere capitali/ corsivo - a stampa - latino
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