Socrate beve la cicuta. morte di Socrate

dipinto,

Dipinto a olio su tela, conservato in cornice di legno intagliata a motivi vegetali e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Assereto Gioacchino (1600/ 1649)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Merisi Michelangelo detto Caravaggio
    Burrini Giovanni Antonio
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo del Monte di Pietà
  • INDIRIZZO Corso Giuseppe Garibaldi, 45, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela fu acquistata dalla Cassa dei Risparmi di Forlì nell'estate del 1996: essa fu offerta all'ente bancario insieme ad altre sei opere, conservate fino ad allora presso la collezione di Maria Teresa Rivalta Paganelli di San Piero in Bagno. Si trattava di una piccola ma importante raccolta locale, con quadri scalati tra il XV e il XVIII secolo, di cui l'opera in esame era considerata quella di maggior rilievo, che se non fossero stati acquisiti in blocco dalla banca forlivese, sarebbero stati probabilmente divisi e alienati singolarmente sul mercato antiquario. Tutti i dipinti erano accompagnati dalle perizie di Giordano Viroli che, nello specifico, attribuiva la tela, identificata come "Morte di Socrate", al pittore Giovanni Antonio Burrini (Bologna, 1657- 1727). Messa da parte infatti la precedente "insostenibile" assegnazione all’attività tarda di Caravaggio, avanzata dallo studioso Amadore Porcella (perizia priva di data, Archivio Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì), Viroli accostava la bella tela all'ambito bolognese del penultimo decennio del Seicento e, in particolare, all'attività matura di Burrini, esponente di una pittura naturalistica e anti accademica, "in una fase scopertamente prossima alla maniera gonfia e rotonda di Luca Giordano"(perizia datata 18/3/1996, Archivio Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì). Già Porcella, tuttavia, aveva colto nel dipinto delle consonanze con l'attività artistica di Gioacchino Assereto (Genova, 1600- 1649), pittore ligure a cui la tela è attualmente attribuita (La tradizione rinnovata 2006, p. 274). Ritenuta ormai la personalità artistica genovese più interessante della prima metà del Seicento, Assereto si formò guardando ai maestri del naturalismo lombardo (Procaccini, Cerano, Morazzone) e condusse tutta la sua carriera in patria, dove la morte lo colse prematuramente nel pieno dell’attività creativa. Fece in tempo però a raggiungere una grande fama, non solo locale, dimostrandosi pittore straordinariamente abile soprattutto nell'indagare la psicologia e gli umori dei suoi personaggi, attraverso lo studio dei moti e in particolare delle mani, "senza dubbio la sua specialità, il suo rovello, il suo vanto e, per così dire, la sua firma" (ib.). Il "Fedone" di Platone, dialogo che tratta dell'immortalità dell'anima, si conclude con la descrizione della morte di Socrate (399 a.C.), qui rappresentata: il filosofo ateniese, rinchiuso in carcere e condannato a morte per empietà e corruzione dei giovani, si appresta a bere la cicuta servitagli in una ciotola con gesto eloquente da un aguzzino, per poi attendere con calma e dignità la morte, dimostrando l'alta tempra morale. La forza d'animo di Socrate si concretizza nel dipinto nel particolare delle mani, la cui stretta vigorosa è resa evidente dalle lumeggiature che delineano le singole nocche delle dita. Sfrondato il racconto platonico di tutti gli elementi narrativi, il pittore si concentra sul dialogo serrato tra i due protagonisti del dramma, le cui figure emergono imponenti dall'ombra cupa, colpite frontalmente da violenti fasci di luce provenienti dall'esterno, secondo una prassi comune a molte opere del maestro genovese che dimostra come, anche nell'attività matura a cui appartiene la tela in esame, fosse ancora fortemente influenzato dall'esempio di Caravaggio. Il libro squadernato sulle ginocchia di Socrate, stupendo brano di natura morta, enfatizza il significato morale della scena, alludendo all'ineluttabile vanità del sapere umano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690237
  • NUMERO D'INVENTARIO 02001028
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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