piatto da pompa, ca 1500 - ca 1530

Piatto da pompa con grande cavetto e ampia tesa. Piede con ampio cercine rettangolare

  • OGGETTO piatto da pompa
  • AMBITO CULTURALE Produzione Di Deruta
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piatto presenta una decorazione differente nel cavetto e nella tesa. Nel cavetto troviamo un busto femminile in eleganti abiti con la testa di profilo, accompagnato da fiori e motivi vari, con un cartiglio arricciato recante la scritta “SOLA LA MORTE ISTINGIE EL VERO AMORE”. La tesa, invece, è formata da scomparti nei quali si alternano squame embricate e motivi floreali. Il rovescio è verniciato e presenta una numerazione. La decorazione si presenta rifinita a lustro metallico. Questo piatto si colloca perfettamente all’interno della produzione cinquecentesca di piatti derutesi che presentano la raffigurazione di profili femminili o di condottieri, della quale si possono trovare altri pezzi anche all’interno della collezione del Museo Nazionale di Ravenna. Il lustro, molto tenue, appare come un delicato riflesso madreperlaceo. Questo tipo di immagine, nota in tre o quattro più comuni varianti, è caratterizzata dalla semplice ma rigorosa organizzazione degli spazi, dalla nitidezza del profilo femminile e dalla lucida attenzione agli ornamenti delle fantasiose acconciature e dell’abito. L’eleganza di questa raffigurazione permette di confrontarla con l’opera del Pinturicchio, in quanto il ceramista appare in piena consonanza stilistica con il pittore. La presenza della scritta che allude a tematiche simboliche e moralistiche, e che in altri casi ripropone versi del Petrarca, si salmi o testi sacri, è caratteristica di questo tipo di piatto, che evidenzia il legame con il patrimonio di tradizioni locali. La figura compare, con stretta somiglianza, in un piatto a Monaco raffigurante una “Giulia Bella” (Die Majolikasammlung Alfred Pringsheim in Munchen, Leiden, 1914, numero 124). Altri confronti si possono fare con altri pezzi (J. Giacomotti, Les majoliques des musées nationaux, Parigi, 1974, numero 586 / Maioliche umbre decorate a lustro: il rinascimento e la ripresa ottocentesca: Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio, Catalogo della mostra, Spoleto, 1982, figura 9 / J. Giacomotti, Les majoliques des musées nationaux, Parigi, 1974, numero 516 / B. Rackham, Islamic pottery and italian maiolica, London, 1959, numero 354 / C. Hess, Italian Maiolica: Catalogue of the Collections, 1988, numero 22 / E. W. Watson, Italian Renaissance Maiolica. From the William A. Clark Collection, 1986, numero 102 / P. Verdier e R. Distelberger, Western Decorative Arts Part I. Collections of the National Gallery of Art: Systematic Catalogue, 1993, pagina 152). L’ornato della tesa si può confrontare, invece, con altri piatti (J. Giacomotti, Les majoliques des musées nationaux, Parigi, 1974, numero 585 / G. Conti, L’arte della maiolica in Italia, Milano, 1973, numero 175). La stessa scritta presente nel nastro è riportata in un pezzo a Londra (B. Rackham, Victoria and Albert Museum. Catalogue of Italian Maiolica, 1940, volume II, numero 479). Tra le caratteristiche di questa produzione derutese troviamo la spiccata sensibilità per la forma, di cui va sottolineato il meditato rapporto fra tesa e parte centrale, che si allontana raramente da schemi prestabiliti, e la cura attenta ai particolari strutturali, come la leggera cordatura che ridefinisce l’orlo. L’unione tra il riflesso dorato del lustro, che conferisce un tono di staticità emotiva e di raffinatezza, e la quiete profondità dell’azzurro, concorrono ad arricchire la tenue tavolozza della rappresentazione; e la nitida esaltazione della linea, a scapito del modellato e della prospettiva, orientano questo tipo di produzione verso valori decorativi che interpretano perfettamente un’ispirazione prevalentemente “gentile” e non “eroica”. La maggior componente strutturale di queste opere sembra essere, quindi, un fermo equilibrio tra la solidità della forma e l’ornamentazione, ispirata ai più pacati e composti aspetti del Rinascimento. I grandi piatti cinquecenteschi di Deruta sono prodotti già in origine non per un uso pratico ma per essere appesi in bella vista. Alla sua origine sta l’incontro tra la produzione coloristica ispano-moresca, e l’iconografia rinascimentale, prevalentemente ispirata alla pittura umbra, con modelli derivati ad esempio dal Perugino e dal Pinturicchio. I ceramisti derutesi possedevano un ricco repertorio di cartoni, e molte raffigurazioni vennero adattate e ripetute, talvolta in maniera piuttosto conservatrice; ma il risultato appare quasi sempre coerente con l’alta qualità decorativa di questo tipo di produzione. (Riferimenti BIB: 00000152, 00000182, 00000134)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800687735
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1854
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna Ferrara Forli'-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2013
    2015
  • ISCRIZIONI nel recto, nel cavo, entro cartiglio, a sinistra - Sola la morte istingie el vero amore - a pennarello - italiano
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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