San Luigi Gonzaga riceve la prima comunione da San Carlo Borromeo
Dipinto su tela tensionata su telaio ligneo con centina e biette di espansione, posto entro cornice di manifattura moderna in stile, in legno intagliato e dorato con preparazione a bolo, battuta concava con doppio fregio, a palmette interno e con fascia a ovoli all'esterno. Il giovinetto Luigi, in tunica scura e sopravveste bianca, si sporge dall’inginocchiatoio a ricevere l’ostia offerta da San Carlo, in abito cardinalizio. Alle spalle di questi è l’altare della chiesa di Castiglione, mentre tra le due figure è una tovaglia che funge da mensa eucaristica, distesa da chierichetti e retta da due putti che vi giocano avvoltolati. In primo piano a sinistra sono appoggiati il giglio e la corona marchionale, cui Luigi ha rinunciato, è volta all’ingiù. Sullo sfondo il dialogo tra fedeli che assistono alla funzione. Volti di cherubini abitano le nuvole miracolosamente discese dal cielo
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Gandolfi Mauro (1764/ 1834): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo della Residenza della Cassa dei Risparmi di Forlì
- INDIRIZZO Corso della Repubblica, 12, Forlì (FC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bozzetto venne osservato da Rezio Buscaroli negli anni ‘30 presso la chiesa parrocchiale di San Michele di Gaibola (Bologna) e da questi catalogato. Prima della Seconda Guerra Mondiale faceva da sottoquadro della prima cappella a destra, salvo risultare disperso alla pubblicazione in una pubblicazione sulla chiesa edita nel 1950 (vedi Bagni 1992, n. 444). La composizione introduce a un lavoro di una certa importanza nella carriera di Mauro Gandolfi, allora poco più che venticinquenne e appena rientrato dal viaggio di studio e perfezionamento a Parigi. Presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna si conservava infatti un dipinto di grandi dimensioni assolutamente puntuale nella riproposizione del modello, il quale da un precedente riferimento a Gaetano Gandolfi, poté essere ricondotto con sicurezza al figlio Mauro allorché un restauro del 1987 mise in evidenza, in basso a destra, la sigla “MG” già utilizzata da questi in altre occasioni. Quest’opera di dimensioni rilevanti (233x134 cm), conferita in seguito in deposito al Museo di San Domenico presso l’omonima basilica bolognese, è con tutta probabilità da identificarsi con quella descritta nella chiesa di San Marino dall’estensore della guida del 1792, e ritenuta di Gaetano. La scoperta della firma dava modo a Prisco Bagni (1992) di ricondurre l’opera e con essa il nostro bozzetto al giovane maestro, il quale era rientrato da pochi anni dalla Francia (1788) e che pertanto si trovava in quel periodo di intensa collaborazione professionale con il padre che si sarebbe protratta fino al 1795 adempiendo a più commissioni come nel caso più noto della chiesa di San Domenico a Ferrara. In tale contesto non stupisce la confusione del cronista, del resto rimane ancora sospesa tra Gaetano e Mauro una terza opera la cui importanza relativa nei confronti del duo sopra descritto è dirimente. Si fa riferimento a una tela di dimensioni molto più contenute (92,5x64,5 cm) conservato presso il Seminario Arcivescovile di Bologna, che riproduce il fondamentale assetto compositivo ma in controparte e con una cospicua serie di variazioni dalla gestualità di San Carlo al diverso ruolo scenografico dei chierichetti reggicero o dei cherubini tra le nuvole della parte alta. L’assenza del gruppo di fedeli attendenti alla funzione in una quinta scenica, descritta per contro con accenti prospettici più razionali e valori spaziali più coerenti induce a parteggiare per Biagi Maino (1995), che ritiene l’opera dell’Arcivescovado ideazione di Gaetano, anticipatrice di qualche anno la variazione operata da mauro dapprima in bozzetto e poi in grande formato. Risolutivo pare anche l’impostazione dei due angioletti che volteggiando sostengono la tovaglia eucaristica sulla quale si protende il fanciullo Luigi Gonzaga, più trattenuta nell’idea di Gaetano, che poi Mauro avrebbe sviluppato con maggiore e divertita animosità. Appartengono al catalogo di Gaetano anche la Comunione degli Apostoli, commissionatagli intorno il 1794 dai Serviti di Budrio ed il relativo bozzetto (Bracci 1992, nn. 388-389), entrambi apertamente imparentati con lo schema compositivo del gruppo appena descritto. Tra le opere grafiche accostate al bozzetto con particolare riferimento al volto di profilo di Luigi Gonzaga è un disegno di Gaetano Gandolfi raffigurante un bambino di profilo con una palla, conservato a Bologna in collezione Isolani Lupari (Bagni 1992, p.37 cat.33 e Biagi Maino 1995, p. 47 n.81), della quale esiste una copia di anonimo presso la Fondazione Giorgio Cini (inv. 31622, vedi scheda ID 642512). Andrea Donati (2006) riferisce altresì di un disegno del Museo Augsburg (inv. 21742) come modello per la testa di San Carlo Borromeo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800686811
- NUMERO D'INVENTARIO MS003509
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- ISCRIZIONI sul retro del telaio, in basso a destra - CASSA DEI RISPARMI/ di FORLI'/ INV./ N. (a stampa)/ MS003509 (pennarello) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennarello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0