Santi
decorazione pittorica,
ca 1441 - ca 1500
Zaganelli, Bernardino Detto Bernardino Da Cotignola (attribuito)
1460-1470/ 1509 (?)
La decorazione pittorica riconducibile al XV secolo, talvolta pesantemente ridipinta dal pittore locale Giovanni Bertazzoni (1805-1884), ricopre quasi integralmente il vano absidale (eccetto la figura ottocentesca di S. Agata), dove i dipinti murali occupano l'intera superficie rispettando la conformazione architettonica, articolandosi in lunette e vele. Diversi episodi si susseguono poi sulle pareti laterali della navata, intervallate dai brani figurativi cinquecenteschi e ottocenteschi
- OGGETTO decorazione pittorica
- AMBITO CULTURALE Ambito Ferrarese Ambito Romagnolo
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ATTRIBUZIONI
Zaganelli, Bernardino Detto Bernardino Da Cotignola (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Oratorio di Croce Coperta
- INDIRIZZO via Provinciale Cotignola, 7, Lugo (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Emblematico esempio di complesso decorativo realizzato nel corso di secoli - dalle testimonianze iniziali dipinte nella prima metà del Quattrocento sino all'ultimo intervento collocabile attorno al 1881 - l'oratorio di Croce Coperta costituisce un unicum nel territorio della bassa Romagna lughese. Quasi un palinsesto pittorico intessuto sulle pareti laterali e presso l'abside che pone in luce, nella lettura e nella ricostruzione delle scelte iconografiche, le locali tradizioni devozionali. Consacrato nel 1441 dopo la riedificazione su preesistenze del XII secolo, l’edificio passò tramite la gestione dei carmelitani e dei cappuccini, per diventare nell’800 la cappella gentilizia dei conti Bolis, committenti della ‘rinfrescatura’ e delle aggiunte moderne richieste nel 1881 al pittore lughese Giovanni Bertazzoni. I dipinti murali più antichi si concentrano nella zona absidale e nel registro alto delle pareti della navata, mentre l’opera di Bertazzoni si rintraccia, oltre che nei prospetti laterali (realizzazione a tempera di cornici per le epigrafi e di episodi ex novo come S. Pietro che risana uno storpio o S. Giacomo in lettura), anche sull’arco absidale (per una completa identificazione degli episodi, con cronologia e misure in abbinamento alla loro collocazione specifica, si rimanda alla relazione storico-artistica contenuta nel provvedimento di tutela allegato alla scheda). Oltre alla fase ottocentesca, sono stati individuati tre momenti d’intervento tra XV e XVI secolo: la fase più antica vede la presenza di maestranze tardogotiche ferraresi lette, pur nella ripresa di motivi trecenteschi, entro il solco del Maestro di Casa Pendaglia, attivo nel 1447 su incarico di Lionello d’Este presso la rocca di Lugo. La seconda fase, circoscritta indicativamente tra gli anni Sessanta e Settanta del ‘400, potrebbe essere dovuta, secondo Tambini 2010, a rifacimenti di pitture oramai ammalorate per il grave stato d’abbandono dell’oratorio; a tale periodo risale il S. Ellero o S.Ilaro di Galeata, conservato lungo la parete destra, la più antica rappresentazione del patrono di Lugo. La terza fase è ritenuta la più alta della produzione dell’oratorio con il probabile intervento di Bernardino Zaganelli in un singolo episodio, forse successivo al 1492 quando l’edificio fu affidato ai carmelitani. Indicativamente allo stesso giro d’anni appartengono diverse raffigurazioni di ambito romagnolo collocabili all’inizio del Cinquecento; chiudono la terza fase due episodi del 1534, identificati come Paradiso e Inferno, attribuibili all’ambito di Girolamo da Cotignola sulla scorta di Tambini 2010. Infine si ricordano le complesse vicende conservative novecentesche delle pitture dell’oratorio: dal 1979 iniziarono le operazioni di stacco dei dipinti murali su segnalazione di Antonio Corbara, pitture poi ricoverate presso la Cassa di Risparmio di Lugo che finanziò il recupero. Nel 2001, in seguito ad un intervento di restauro dell’oratorio, vennero alla luce rappresentazioni quattrocentesche nelle vele del soffitto absidale (i 4 Dottori della chiesa in precedenza nascosti da scialbo); in quella stessa occasione i frammenti staccati ritornarono presso l’originario luogo di conservazione. Nella sede dell’ex Cassa di Risparmio si conservano attualmente 2 opere provenienti dall’oratorio: la sinopia dell’Ultima Cena (sec. XV, cm. 169x512) e il secondo strappo dell’Ecce Homo del 1471 (cm. 75x83)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682238-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0