Filottete nell'isola di Lemno (Filottete). Filottete nell'isola di Lemno (Filottete)
dipinto olio su tela,
ca 1827 - ca 1827
Malatesta Adeodato (attribuito)
1806/ 1891
dipinto ad olio su tela
- OGGETTO dipinto olio su tela
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MISURE
Profondità: 3 cm
Altezza: 115 cm
Larghezza: 158 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Modenese
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ATTRIBUZIONI
Malatesta Adeodato (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
- LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
- INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 - 41121 MODENA tel. 0594395727 - fax 059230196 pec: mbac-ga-esten@mailcert.beniculturali.it ga-esten@beniculturali.it, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell’autunno del 1827, a Firenze, Malatesta realizzava, come suo primo saggio di studio, il «Filottete». Il dipinto fu segnalato, con particolare risalto, nella «Gazzetta di Firenze» (1827, n. 130). Adeodato aveva allora preso in affitto un modesto ambiente, un sottoscala in cui il pittore Pietro Benvenuti (Arezzo,1769 – Firenze, 1844) vide il cartone preparatorio dell’opera. Fu così che Benvenuti, maestro classicista, invitò il giovane a lavorare in un atelier presso l’Accademia. Per elaborare lo studio preliminare l’artista aveva scelto, come modello, l’amico pittore Fiorucci. Qui l’artista aveva ricavato uno studio ispirato alla lezione del Bezzuoli e alle suggerite licenze naturaliste. Nel dipinto, invece, opta per i canoni del neoclassicismo benvenutiano, affidandosi a un metro eroico. La storia di Filottete è assai conosciuta e cantata dalla letteratura greca. L’eroe era stato abbandonato dai suoi compagni in viaggio per la guerra di Troia, sull’isola di Lemno, a causa di una ferita infetta e puzzolente provocatagli da una vipera. Un oracolo, però, dieci anni dopo, svela ai Greci che senza l'arco e le frecce di Filottete, Troia non cadrà mai. Da tale episodio nasce così una figura imponente e dolorosa che pare possedere il pathos del Laocoonte. Il personaggio mitologico giace, nella tela di Adeodato, sulla soglia del suo antro con in primo piano arco e frecce donategli da Eracle. Come si sa, Apollo lo guarì, e Filottete decise le sorti della guerra uccidendo Paride. Malatesta sviluppa la figura quasi dovesse modellare un novello Prometeo condannato da una Nemesi arcana alla solitudine e al supplizio. Adeodato, si dimostra già pittore maturo, in grado di padroneggiare una sintesi tra due polarità opposte: il bello assoluto caro all’estetica neoclassica, e il bello relativo dei romantici. Nella figura possente, nel drappo rosso che gli cinge i fianchi, nel cimiero a terra, nelle due colombe, nell’arco che giace ai suoi piedi, nell’espressione accigliata sembra materializzarsi l’immagine di Eschilo. La solidità strutturale del corpo possente, tutta classicista, si coniuga alla sensibilità romantica. Il disegno toscano si lega al tonalismo veneto, secondo i dettami allora trasmessi all’Accademia di belle arti di Firenze e che Adeodato dimostra di seguire anche nel suo approcciarsi agli esempi delle collezioni medicee. Bibliografia Ferdinando Asioli, Adeodato Malatesta : notizie biografiche e artistiche ordinate e annotate a cura di Giovanni Canevazzi, P. Toschi, Modena, 1905, p. 17; Rodolfo Pallucchini, I dipinti della Galleria Estense di Modena, Cosmopolita, Roma, 1945, p. 78, n. 140; C. Sisi in Adeodato Malatesta (1806-1891)- Modelli d'arte e di devozione, catalogo della mostra (18 aprile-14 giugno 1998, Modena, Foro Boario, Reggio Emilia, Convento di S. Domenico Modena) Milano 1998, p. 107-109
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676901
- NUMERO D'INVENTARIO R.C.G.E. 2936
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
- ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
- DATA DI COMPILAZIONE 2019
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0