Pala delle tre croci (Crocifissione con i santi Girolamo e Francesco). Pala delle tre croci (Crocifissione con i santi Girolamo e Francesco)
dipinto olio su tavola
ca 1490 - ca 1495
Francesco Bianchi Ferrari (attribuito)
Modena, 1460 ca. - 1510
È la più antica opera nota di Bianchi Ferrari, il maggior pittore modenese tra Quattro e Cinquecento. Se l’affollata composizione richiama la monumentale Crocifissione Garganelli, affrescata da Ercole de’ Roberti in San Pietro a Bologna fra il 1475 e il 1485, sono invece riconducibili all’ambiente modenese la netta definizione dei contorni delle figure, tipica dei maestri di tarsia, e il naturalismo del san Francesco, dei due ladroni e del gruppo delle Marie, ispirato ai drammatici compianti di Guido Mazzoni
- OGGETTO dipinto olio su tavola
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MATERIA E TECNICA
tavola
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MISURE
Altezza: 267 cm
Larghezza: 220 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Modenese
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ATTRIBUZIONI
Francesco Bianchi Ferrari (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense di Modena
- LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
- INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 – 41121 MODENA tel. 0594395727 – fax 059230196 pec: mbac-ga-esten@mailcert.beniculturali.it C.F. 94180300363 – C.U.U. 2JMD21, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola, nota come "Pala delle Tre Croci" o "Pala della Mirandola", fu commissionata dalla famiglia Pedocca per il proprio altare nella chiesa di San Francesco a Mirandola. Con l'estinzione della famiglia, a metà del XVIII secolo, l'opera passo alla famiglia del conte Massimo Scarabelli, il cui ultimo esponente, il generale Angelo, morto a Parma nel 1811, la lasciò in eredità al proprio cameriere Antonio Gavioli, detto Garavani. Questi la vendette al duca Francesco IV d'Austria Este nel 1818, per 575 lire circa, unitamente alla cimasa del quadro, identificata da Venturi con il "Noli me tangere" Inv. R.C.G.E. 412, e una predella molto frammentaria conservata nei depositi della Galleria Estense (cfr. Venturi, 1882, pp. 415-17). Nella sua continuazione delle memorie di San Francesco in Mirandola, Pellegrino Papotti attribuì la tavola ad Andrea Mantegna, Cicognara la assegnò ad un ignoto pittore tedesco, Castellani Tarabini (1854, pp. 15-16) a Gherardo di Harleem, Crowe e Cavalcaselle (1878, p. 11) a Cristoforo da Lendinara. Venturi (1882, pp. 415-17) la ricondusse alla cerchia ferrarese, assegnandola ad Ercole de Roberti, per poi attribuirla nel 1888 a Francesco Bianchi Ferrari, opinione in seguito concordemente accolta dalla critica (cfr. anche Pallucchini, 1945, p. 44). La tavola è oggi ritenuta l'opera più antica dell'artista conosciuta
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676897
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario R.C.G.E. n. 442
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
- ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0