decorazione plastica - bottega modenese (sec. XVIII, sec. XX)

decorazione plastica, 1753 - 1753

Decorazione a stucco dipinto in bianco e rosa presente sopra all'ingresso principale, sopra alle finestre sulla parete sinistra, intorno ai due palchetti ai lati del palco e sulla parete di destra. Su tutte le pareti sono presenti cartigli con specchiature rosa incluse entro cornicette bianche, sopra alle porte /finestre, si trovano targhe in stucco con fondo rosa circondate da volute floreali, con iscrizioni. Le finestre/porte sulla balaustra presentano un decoro similare a quelle sulle pareti sottostanti, ma ai lati della targa in stucco con iscrizione e girali si trova un timpano spezzato, sempre in stucco bianco. La porta principale sulla balaustra presenta una decorazione a stucco con orecchie laterali. Nella parte superiore tutte le pareti presentano una cornice simile a una trabeazione modanata aggettante, spezzata all'altezza delle finestre, che termina a fronte del palco in due volute dalle quali a sua volta partono festoni di foglie intrecciate e al centro uno scudo con aquila bianca coronata su fondo azzurro. Agli angoli, sul soffitto, quattro decorazioni a riccioli vegetali, foglie e volute. I palchetti e il soffitto vicino al palcoscenico presentano la medesima decorazione a volute e specchiature sagomate, mentre la cornice dell'affresco del soffitto principale è dec

  • OGGETTO decorazione plastica
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura
    stucco/ modellatura
    stucco/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Modenese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio S. Carlo
  • INDIRIZZO Via S. Carlo, 5, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione del primo teatro avvenne in seguito all’acquisto, effettuato nel 1732 dal rettore Bartolomeo Sassarini, della casa Bellincini e di parte dell’Osteria del Montone, nell’ambito dell’ampliamento del Collegio lungo la via Emilia per successive acquisizioni. Della prima struttura, inaugurata nel 1732 o 1737, rimangono pochissimi disegni anonimi. In questo anno sono registrati pagamenti a Giorgio Magnanini e al suo successore, Marco Bianchi di Correggio, per pitture eseguite in questo e in altre stanze del Collegio (Notizie sopra l’origine…, c. 159; Lazarelli, p. 75). Nel 1744 le proprietà del Collegio arriveranno all’angolo con il Corso Canal Grande e finalmente nel 1751, con l’acquisto della parte rimanente dell’Osteria del Montone, si ampliò il portico di altre cinque campate e soprattutto si ampliò e ristrutturò il teatro nelle forme attuali, cambiando l’orientamento del vecchio teatro: i lavori datano al 1753 (Benassati in Benati-Peruzzi 1991, p. 239) e la parte pittorica spetta a Marco Bianchi. Pittore prediletto della principessa Maria Teresa Cybo, successore del Magnanini, fu fra i fondatori della rinata Accademia di pittura nel Palazzo Comunale di Modena. Insegnò architettura in Collegio ed è noto per la sua attività di ornatista, scenografo e direttore del teatro, era padre di quel Giuseppe Bianchi cui fu affidata la cupola della chiesa dopo il crollo del 1771. Il teatro era il luogo dell’esercizio dei convittori, un mezzo di educazione, peraltro già centrale nelle pratiche educative dei Gesuiti. I testi che si recitavano erano in prevalenza di autori francesi quali Corneille, Racine, Voltaire, Molière: ciò testimonia come il collegio fosse divenuto un importante centro di diffusione del nuovo teatro francese in Italia. Non mancavano naturalmente gli autori settecenteschi italiani e, negli anni Settanta, il più amato era Carlo Goldoni. Fino al 1732, data di costruzione del primo teatro, i collegiali si esibivano nella nuovissima Sala dei Cardinali e nei due teatri di Corte spesso alla presenza della famiglia ducale: l'attività teatrale del Collegio, soprattutto durante il regno di Francesco II e Rinaldo I d'Este, si svolse in stretto rapporto con le celebrazioni indette dalla Corte. Dopo la costruzione del teatro “dimestico”, poi detto “Teatro Nuovo di San Carlo”, le attività dei collegiali si spostarono nella sede interna, rinnovata nel 1753 in occasione della nascita del principe ereditario, Rinaldo, figlio di Ercole d’Este e Maria Teresa Cybo (morto a soli cinque mesi) e le esibizioni continuarono in modo pressoché ininterrotto fino al 1798 per poi riprendere anche negli anni della dominazione francese e ritrovare una programmazione regolare nel corso dell'Ottocento. Fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento il teatro fu riadattato a palestra per i convittori. Nel 1874 Ferdinando Manzini realizzò lo stemma comunale sull’arcoscenico e alcuni “restauri” alla sala: in questa occasione il soffitto fu ritoccato e fu aperta una finestra che permettesse di far salire e scendere il lampadario, coprendo un recente affresco realizzato dal Crespolani. L’apertura determinò però problematiche statiche non indifferenti finché, nel 1929, la situazione assolutamente precaria del soffitto e del tetto soprastante non indussero il Consiglio direttivo del Collegio ad intervenire drasticamente. Furono quindi necessari importanti lavori di restauro condotti dal Magiera. In questa occasione furono aggiunti cornici e cartigli in stucco nelle sopraporte e nelle finestre, completati dall’esecuzione dell’affresco centrale (per il quale si veda la scheda 0800648854)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800648855
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • ISCRIZIONI sulla porta d'ingresso - OPIFICES/ IN MUTENENSI SCHOLA/ QUAE AB ADULPHO VENTURE NOMEN DUCIT/ HOC AUDITORIUM SCAENICUM/ DECORAVERUNT ET EXORNAVERUNT/ AD. MCDXXXII AB INST. FASC. X - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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