Madonna con Bambino

placchetta,

Placchetta cuspidata, proveniente da un altarolo, raffigurante al di sotto di un’architettura ogivale gotica, la Vergine seduta frontalmente che tiene sulle ginocchia il Bambino in piedi

  • OGGETTO placchetta
  • MATERIA E TECNICA osso, intaglio
  • ATTRIBUZIONI Bottega Degli Embriachi (bottega)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La placchetta in osso proveniente da un altarolo raffigura, al di sotto di un’architettura ogivale gotica, la Vergine seduta frontalmente che tiene sulle ginocchia il Bambino, raffigurato in piedi. In altro, nella cuspide, è possibile intravedere uno scorcio di città. Ciò che colpisce maggiormente è la compostezza e la grazia che caratterizzano tutto l’insieme e ciò si può cogliere soprattutto nella figura della Vergine che emana un’estrema dolcezza e si muove in modo elegante e composto. Il pezzo fa parte di una serie di cinque placchette, tutte conservate presso il Museo di Ravenna (numeri inventario: 5688, 5690, 1015, 5691, 5689), che si corrispondono esattamente per dimensioni e stile; la supposizione che facessero parte dello stesso altarolo smembrato trova conferma nella presenza, sul rovescio di tutti i pezzi, di uno stesso numero intagliato anticamente. Il centro del trittico era ovviamente questa formella cuspidata raffigurante la Madonna con il Bambino in piedi sulle ginocchia, sormontata da un arco acuto trilobato e da un motivo di architetture merlate. Ai alti erano disposte le placchette con San Nicola, San Leonardo di Limoges, Sant’Antonio abate e un santo evangelista o apostolo, ognuna delle quali fornita del solito sfondo di palazzi merlati e di una piccola cuspide diversamente orientata, che ci fornisce l’ordine con cui questi elementi erano disposti nel tabernacoletto. Questo tipo di placchette ricade nell’ambito della vasta produzione a soggetto religioso della bottega di Baldassarre degli Embriachi, che comprende alcuni altari monumentali, e una grande quantità di trittici di dimensioni variabili, fino alle proporzioni di una piccola anconetta: esistono anche, se pur rarissimi, cofanetti a soggetto religioso. Pochi sono i materiali documentati o databili, anche approssimativamente, con l’aiuto di testimonianze storiche; molti esemplari invece, specie quelli più modesti, sono difficilmente classificabili per la loro spiccata omogeneità iconografica e stilistica. Anche se per ragioni di comodo si preferisce ancora distinguere la produzione religiosa da quella profana, è evidente lo stretto rapporto tra i due tipi di realizzazioni, alle quali si applicano gli stessi maestri. Se mai è da notare come il genere profano abbia avuto nel tempo maggiore fortuna, dando quindi vita nel corso del XV secolo a botteghe diversificate; mentre la produzione religiosa si esaurì più rapidamente, e pertanto quasi tutti i pezzi conosciuti nell’orbita della bottega di Baldassarre stesso e dei diversi maestri che vi lavorarono. L’indagine della produzione a soggetto religioso è stata affrontata dalla Merlini (E. Merlini, I trittici portatili della “Bottega degli Embriachi”, in “Jahrbuch der Berliner Museen”, 1991, pp. 47-62), con un tentativo di ordinamento, che permette di operare già alcune distinzioni almeno per quanto riguarda i trittici di medie e piccole dimensioni. Le caratteristiche della nostra serie di pezzi, dove le figure sono definite per larghe e distese soluzioni di piani, corrispondono all’attività più antica della bottega, di forte impronta toscana, la quale comprenderebbe, secondo la studiosa, sia opere di grandi dimensioni, sia una produzione più corrente di piccole anconette. Al centro di questo tipo di trittici, formati di sole cinque placchette cuspidate, si trova generalmente la figura della Madonna con il Bambino, in piedi o più raramente seduta; mentre sui laterali sono raffigurate immagini di santi o angeli. Un altro tra i soggetti preferiti per questi piccoli oggetti di culto è la scena della Crocefissione, come si può osservare per un altro pezzo del Museo Nazionale di Ravenna al numero di inventario 1077. Tra gli esemplari più vicini a queste serie si ricorda il trittichetto della Galleria Estense di Modena, quello del Victoria and Albert Museum di Londra (E. Merlini, I trittici portatili della “Bottega degli Embriachi”, in “Jahrbuch der Berliner Museen”, 1991, pp. 47-62, figure 12 e 11), il tabernacoletto dell’Ermitage di Leningrado (Westeuropäische Elfenbeinarbeiten 11. - 19. Jahrhundert aus der Staatlichen Ermitage Leningrad, Catalogo a cura di M. Kryžanovskaja e L. Faenson, Elfebein-Museum der Standt Erbach im Odenwald, Erbach, 1975, p. 45, numero 115), e comunque tutto il primo gruppo indicato dalla Merlini, databile tra il 1390 e i primi del Quattrocento. Da notare infine la grande somiglianza tra la figura seduta della Madonna e le personificazioni delle Virtù al sommo dei cofanetti ottagonali, come quello del Museo Nazionale di Ravenna con numero di inventario 1013. Il confronto evidenzia ancora una volta il sistema operativo vigente all’interno della bottega, basato sul lavoro tramite modelli e sulla specializzazione nei vari soggetti; il che rende ragione della difficoltà di catalogare questo tipo di produzione basandosi solo su dati stilistici, in quanto l’aspetto finale di un oggetto poteva essere opera di più mani e frutto dell’intervento di diverse personalità. (Ri
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635728
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1015
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di Ravenna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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